Nel calcio come in famiglia: o ci si fida oppure no. E Cesare Prandelli, dal giorno in cui ha raccolto la discussa eredità di Marcello Lippi, ha deciso di fidarsi del talento e della maturità di Antonio Cassano. Le vicende del campionato italiano e quelle personali (il matrimonio con Carolina) gli hanno consegnato un giovanotto dal talento intatto e dalla voglia di riscattare il chiacchierato passato. Fantantonio si è mostrato ferito dalle grinfie della critica che ha censurato, in modo eccessivo bisogna aggiungere, il suo gesto a Bologna di uscire dal campo, salutando Pozzi che gli subentrava ma senza passare dalla panchina non cvondividendo la scelta del suo tecnico Di Carlo (occhio che a Bogliasco.
Prandelli lo ha difeso prima di volare in Irlanda del Nord e lo ha difeso al ritorno in Italia. «Questo Cassano basta e avanza» ha riferito ai cronisti che lo sondavano per chiedergli un giudizio sulla prestazione del Pibe de Bari. Prandelli lo ha difveso con le unghie a dimostrazione che la sua scelta è convinta e non tornerà certo indietro correggendola, mitigandola, esponendo dunque il giovanotto al pubblico ludibrio.
«Avremo gli occhi tigre contro la Serbia» la convinzione del ct che deve risolvere il problema del gol in azzurro. Non è di poco conto.
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