Roma - Bagarre in finale di conferenza. Berlusconi viene interrotto una prima volta quando termina il suo intervento e "si
consegna alle domande dei giornalisti". Ad alzare la mano è un uomo con il cappotto e una
mazzetta di giornali sulle gambe. Si chiama Rocco Carlomagno e chiede con insistenza di fare "una domanda al presidente". Il Cavaliere sembra dargli la parola, ma uno dei suoi più stretti
collaboratori gli fa notare che ci sono altri prima di lui e che non si tratta di un giornalista "Lei è
fuori ordine, in questo momento non ha la l’opportunità di intervenire", dice il premier.
Il contestatore urla tra l’altro: "Anche stavolta avete precofenzionato tutto".
L'intervento di La Russa Intanto, si avvicina
Ignazio La Russa che lo invita a stare zitto e a rispettare l’ordine delle domande. Il leader del Pdl
non ci sta: "Non abbiamo precofenzionato nulla, lei è un villano e i villani meriterebbero ben altra
cortesia rispetto a quella che io sto avendo nei suoi confronti, si vergogni!". Il coordinatore
nazionale del Pdl si siede accanto: "Ora basta, calmati". Telecamere e fotografi si concentrano sul
botta e risposta. "Non è vero che non sono un giornalista, mi chiamo Rocco Carlomagno tutto
attaccato, sono un free lance, guardate anche sul mio sito...", sbotta l’uomo che continua a
protestare prendendosela anche con Guido Bertolaso.
Scoppia la bagarre E proprio quando punta il dito sul capo della
Protezione civile che si sfiora la bagarre. "Presidente, che dite delle tangenti di Bertolaso?", ripete più volte Carlomagno. Berlusconi
controbatte: "È solo un provocatore, un villano, questa è la verità...". La Russa lo strattona e gli
chiede ancora una volta di calmarsi. Gli uomini della sicurezza e della scorta del ministro sono in
allarme. Tutto intorno si crea una sorta di imbuto, fatto di giornalisti e fotoreporter, nessuno riesce a
muoversi. Il contestatore grida rivolto a La Russa: "Ho fatto semplicemente delle domande, giù le
mani picchiatore fascista! Io la querelo per aggressione fisica". La Russa controbatte: "Stai zitto,
sei un ospite qui!". Arriva anche Denis Verdini per capire cosa sta succedendo ma resta bloccato
qualche fila più sopra. Poco prima, di fronte alle accuse contro Bertolaso, Berlusconi aveva chiesto
il nome a Carlomagno: "Per quello che ha detto può essere denunciato da Bertolaso".
Il contestatore: "Querelerò La Russa" "Mi chiamo Rocco Carlomagno e querelerò il ministro Ignazio La Russa per aggressione perchè la
libertà di stampa si difende anche così". Lo ha detto il giornalista freelance, come lui stesso si è
definito, quando finita la conferenza stampa del premier Silvio Berlusconi è stato portato all’esterno
della sede del pdl in via dell’Umiltà dalla security del Pdl.
Rispondendo a chi gli chiedeva cosa fosse successo ha spiegato: "Quando La Russa si è accorto
che volevo fare domande diverse da quelle preconfezionate fatte fino a quel momento ha cercato di
chiudermi la bocca, èvenuto subito a sedersi vicino a me per impedirmi di parlare e ha alzato le mani
su di me".
Il contestatore: "La Russa mi ha preso a pugni" "Verdini mi ha pregato di non querelare
La Russa e mi ha detto facciamo che la cosa finisce qui". Rocco Carlomagno il freelance che ha
contestato il premier Berlusconi alla conferenza stampa di oggi ha raccontato in collegamento
telefonico con il programma di radio2 «Un giorno da pecora" la richiesta di Denis Verdini uno dei tre
coordinatori nazionali del Pdl. E ha poi aggiunto: "Non si può tappare la bocca alla gente". I due
conduttori Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro gli hanno fatto notare che non era il suo turno: "Per
loro non è mai il nostro turno di parlare". E poi: "Il ministro La Russa mi ha dato due pugni nello
sterno. Del resto lui era un picchiatore".
Verdini: "La Russa non ha colpito Carlomagno" "Malgrado le false affermazioni di Carlomagno, va ribadito che nessuno, tantomeno il ministro La
Russa, l’ha colpito in alcun modo, nè d’altra parte un atto del genere sarebbe potuto sfuggire alle
decine di telecamere e di fotografi presenti alla conferenza stampa". È Denis Verdini a
sottolinearlo nella nota in cui osserva: "Leggo in queste ore ricostruzioni completamente false circa
i fatti avvenuti durante la conferenza stampa del presidente Berlusconi". "L’on. Ignazio La Russa - prosegue l’altro coordinatore Pdl - si è preoccupato di evitare che,
malgrado le pesanti provocazioni e la grande maleducazione del signor Carlomagno,sedicente
giornalista ma non iscritto ad alcun albo, nè dei pubblicisti, nè dei praticanti, nè dei professionisti,
egli non venisse allontanato dalla sicurezza per evitare ulteriori disagi a chi era presente nella sala
stampa e ambiva a svolgere il proprio lavoro".
Verdini smentisce scontri fisici e sottolinea invece che "abbiamo evitato che le forze dell’ordine
procedessero ad una identificazione del provocatore, nonostante egli sia entrato nella sede del
partito esibendo un documento di accesso alla biblioteca del Senato e dichiarando falsamente di
far parte dell’ufficio stampa di Palazzo Madama". "Carlomagno ha accusato e offeso, noi abbiamo alla fine lasciato correre, mentre lui si
precipitava presso molte radio per riferire una versione dei fatti completamente falsa. Una notevole
differenza di comportamento - conclude - fra chi, iscritto al Pd, è venuto per disturbare una
conferenza stampa e chi, come noi, è stato vittima di questa inaccettabile provocazione"
Pdl: "Non è giornalista ma provocatore" "Una persona non nuova a simili gesti provocatori". Il Pdl bolla così Rocco Carlomagno, il
free-lance intervenuto in conferenza stampa. "Alla conferenza stampa che si è significativamente tenuta nella sede del Pdl in Via dell’Umiltà -
si legge in una nota del partito - e a cui erano ammessi a partecipare i giornalisti di tutte le testate,
si è introdotto indebitamente, con una palese violazione, un soggetto che ha ripetutamente dato in
escandescenza e che provocatoriamente ha più volte disturbato e interrotto la conferenza
stampa". "La persona in questione è subito risultata non essere iscritto all’Albo dei giornalisti
professionisti, nè essere neanche semplicemente pubblicista - continua la nota - All’ingresso ha
fugacemente esibito, contando sulla buona fede degli addetti alla reception un tesserino tipo pass
per il Senato, qualificandosi falsamente come ufficio stampa del Senato, circostanza risultata
falsa". "Nonostante ciò e nonostante fosse stato poi riconosciuto come persona non nuova a simili gesti
provocatori, solo alla fine è stato invitato a fornire spiegazioni e generalità, che aveva l’obbligo di
fornire stante l’arbitrario ingresso in un luogo privato - si legge ancora - Il soggetto si è rifiutato,
producendosi anzi in insulti anche verso il ministro La Russa che era intervenuto proprio per
calmarlo ed evitare che durante la conferenza fosse allontanato dagli addetti alla sicurezza, cosa
che avrebbe cresciuto il disturbo.
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