Roma - Nessuna trattativa, nessuno slittamento del processo ai finiani ormai di esclusiva competenza dei probiviri, nessuna tregua e, in definitiva, la convinzione che a Mirabello Gianfranco Fini non dirà nulla di risolutivo. Silvio Berlusconi - che a Palazzo Grazioli oggi non a caso ha scelto di ricevere Ignazio La Russa e Daniela Santanchè, due tra i più "duri" nei confronti del cofondatore del Pdl - alla vigilia di Mirabello sceglie la linea dell’intransigenza. Anche il coordinatore nazionale del Pdl, Denis Verdini, assicura che "non ci sarà alcuno slittamento della convocazione del collegio dei probiviri che dovrà pronunciarsi sul caso dei 'finiani' Bocchino, Granata e Briguglio".
La posizione del premier Chi sta con noi sta con noi - ragiona il premier - e chi non sta con noi, a partire dal processo breve, è fuori. Non ci sono trattative ma la prova dei fatti sarà in Aula, nei voti sui provvedimenti determinanti. Berlusconi è certo che avremo lo stesso i numeri per portare avanti l’azione di governo. Il premier sarebbe disposto anche a correre il rischio di un voto anticipato. Un’ipotesi che certo non prenderà corpo per la nascita a Mirabello del nuovo partito finiano, che il Cavaliere ed i vertici del Pdl non si aspettano. Fini non strapperà - ragionano nel pomeriggio a Palazzo Grazioli - non dirà cose particolarmente nuove, perchè non vuole rompere ma logorare. Il tempo serve a lui, non a noi. Insisterà nel dire che è stato cacciato - argomenta Berlusconi - ma c’è nero su bianco il documento della direzione di aprile che fa capire come sono andate le cose: noi lo abbiamo votato tutti, loro hanno votato contro e così facendo si sono messi fuori dal Pdl. Nessuno ha cacciato nessuno. Il pronunciamento dell’ufficio politico di fine luglio che parla dell’incompatibilità di Fini e deferisce Bocchino, Briguglio e Granata è un passo successivo, ragionano ancora. Quindi, a Fini che chiede come precondizione di sciogliere il nodo politico della sua "cacciata" dal Pdl, si replica che è stato lui stesso a mettersi fuori, non votando il documento che fu approvato con 12 voti contrari e 157 sì.
Nessuno slittamento dei probiviri "Saremo determinati nelle questioni - ha spiegato il coordinatore del Pdl - perchè ovviamente si debbono prendere delle decisioni". Il dirigente del Popolo delle libertà ha fatto sapere che al momento la riunione non è sconvocata: "Non c’è nessuno slittamento, c’è un ragionamento aperto davanti ai probiviri che hanno la funzione di dirimere le questioni fra i soci del partito e verificare come stanno le cose". Sull’esito della riunione, però, Verdini è rimasto cauto: "L’esito non è scontato, siamo in mano ai probiviri che non sono un organismo soggetto alle liti fra i soci: è stato sottoposto quello che è accaduto alla valutazione dei probiviri e loro faranno questa valutazione". Sull’incompatibilità dei parlamentari che hanno incarichi nel Pdl a livello locale ma che hanno anche aderito a Futuro e libertà, Verdini ha fatto un distinguo rispetto alla convocazione dei probiviri: "Sono due problemi diversi. Quello dei probiviri è un problema di dottrina visto che qualunque socio può andare a dire 'tu sei poco buono' e i probiviri decidono su quello. Poi c’è il problema dell’incompatibilità che è un tema di partito e che deve essere sciolto dal partito con ragionevolezza".
Elezioni anticipate e rapporti con Fini Verdini assicura che Berlusconi non vuole nuove elezioni a marzo, smentendo così le voci che erano trapelate negli ultimi giorni.
"Noi siamo fermi e determinati su tutte le posizioni e cerchiamo di vedere quello che accadrà", continua il coordinatore nazionale del Pdl, rispondendo ai cronisti che gli chiedono se sia "possibile una mediazione" con il presidente della Camera Gianfranco Fini. "Non è successo niente in queste settimane".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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