Il presepe come opera d’arte nella sacrestia del Bramante

A Santa Maria delle Grazie, fino al 15 gennaio, la mostra per i 100 anni del ritorno dei Domenicani nel convento

Il presepe come opera d’arte nella sacrestia del Bramante

Luciana Baldrighi

In occasione del primo centenario del ritorno dei Domenicani nel loro convento di Santa Maria della Grazie, Mauro Grisotti - con la collaborazione del gruppo specializzato in antichi presepi «Santissimi Re Magi», di Franco Zatti e de «Il Passero» Asl di Magenta - ha dedicato a questo evento straordinario non solo il presepio artistico allestito nella Basilica, ma anche una serie di diorami con scenografie e statue della scultrice palermitana Angela Tripi. Esposti nella cinquecentesca Sacrestia del Bramante, alcuni di essi illustrano con gli episodi della Bibbia la «storia della nostra salvezza», altri, tratti dai Vangeli canonici, mettono in luce i momenti più significativi della vita e della predicazione di Gesù.
L’esposizione, che durerà sino al 15 gennaio, offre l’occasione per visitare la splendida Sacrestia che Ludovico il Moro fece costruire nel 1497 in memoria della moglie Beatrice. Entrando, si ha subito la sensazione di trovarsi in un luogo sacro caratterizzato dalla forma di una grande sala rettangolare con abside semicircolare, una sorta di ampio oratorio, più che in una tradizionale sacrestia.
Per la sua ricca decorazione policroma essa è ritenuta il terzo «gioiello» dopo il Cenacolo di Leonardo e la tribuna sempre del Bramante, tutti facenti parte del complesso artistico di Santa Maria delle Grazie.
La quarantina di diorami esposti in ordine cronologico dal Giardino dell’Eden sino all’Ascensione, non poteva trovare migliore cornice, anche per lo straordinario soffitto decorato nelle numerose «vele» nonché nella lunga serie di «nodi» vinciani.
Ai lati, le file di armadi ripropongono senza pause le figure delle pareti maggiori, decorazioni progettate a intarsio che riprendono le lesene della sacrestia. Nel 1500 Ludovico il Moro, il grande mecenate delle Grazie, fu fatto prigioniero dai francesi e morì otto anni dopo la costruzione di questo capolavoro. Non avendo più mezzi finanziari i frati completarono le decorazioni con le pitture: le ante degli armadi sono dipinte a forma di finestre che sembrano aprirsi su paesaggi esterni. In primo piano al loro interno sono rappresentate sul lato di sinistra le scene della vita di Gesù e sul lato destro i momenti più importanti della storia antica della nostra salvezza.
Al centro dell’unica navata, sullo sfondo, domina un grande presepe con già l’arrivo dei Magi, mentre all’interno della Basilica vera e propria, sempre in occasione del centenario, si può ammirare un altro presepe dove è riprodotto l’intero complesso monastico milanese. Il senso della mostra è racchiuso nel titolo «Il presepio e la terra di Gesù».

ovvero un viaggio attraverso i diorami in alcuni dei luoghi che hanno svolto un ruolo significativo nella sua vita: dal Giordano a Tiberiade a Cafarnao.
L’ingresso della sacrestia del Bramante è in via Caradosso 1 e gli orari di visita sono i seguenti: mattino dalle 10 alle 12, pomeriggio dalle 15,30 alle 19.

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