Preside «recupera» gli studenti al bar Gestore lo denuncia

Piero Pizzillo

da Genova

Il preside del più noto liceo classico genovese è stato denunciato da un barista perché ha cacciato dal suo locale i ragazzi che vi stavano facendo colazione. A finire nei registri della Procura è il nome del professor Salvatore Di Meglio, preside del «D’Oria», che ieri è stato querelato da Fabio Perri, 31 anni, legale rappresentante della «Perri’S Cafè» di via Brigata Liguria, il locale proprio sotto il liceo.
«Cosa c’azzecca», direbbe qualcuno, il barista con il professore? E perché intende trascinarlo in tribunale ipotizzando nei suoi confronti una sfilza di reati certamente non di poco conto: si va dalle minacce aggravate, alla violenza privata, all’abuso di ufficio, che gli ha procurato un danno economico.
La vicenda si può riassumere in poche parole. Mercoledì mattina Di Meglio è piombato nel bar dove i suoi studenti erano alle prese con cappuccino e brioches; li ha sgridati, ha usato le maniere forti, costringendoli a raggiungere di corsa le rispettive classi, e a rinunciare, alla merendina mattutina. Il tutto prima dell’inizio delle lezioni. Per sapere come sono andate le cose, ovviamente dal punto di vista dell’accusatore, bisogna leggere quello che Perri scrive nella circostanziata denuncia. «Erano le 7.30 di mercoledì, stavo servendo la colazione ad alcuni clienti (negozianti, studenti del liceo e due insegnanti), quando il Di Meglio faceva irruzione nel locale e con fare agitato e arrogante iniziava a urlare ai ragazzi che la colazione dovevano farla a casa e che li avrebbe chiusi fuori della scuola (gli studenti possono entrare fino alle 7.45). I giovani reagivano assai intimoriti e tentavano di scappare, alcuni lo facevano anche senza pagare la consumazione. Il Di Meglio afferrava una studentessa per un braccio e la strattonava verso l’uscita. Ripresomi dalla sorpresa, invitavo il preside a non urlare e a uscire dal locale. Questi rispondeva che avrebbe gridato fuori, usciva sbattendo la porta, facendo cadere della merce in esposizione». «A questo punto - prosegue l’esercente - Di Meglio mi minacciava dicendomi: “Stia attento lei e i suoi aperitivi”, ripetendo “Stia attento”, più volte. Gli avventori rimasti si allontanavano in fretta. Il Di Meglio, già in passato si era reso protagonista di interventi illegittimi. in particolare alla fine dell’anno scolastico 2004-2005 aveva fatto irruzione nel bar “intimandomi di non vendere acqua, farina e uova”. Ma io non vendevo né farina, né uova». E ancora: «Di Meglio ha sempre mantenuto nei miei confronti un atteggiamento ostile, addirittura aspettando gli studenti che finiscono la colazione, “nascosto” tra le auto parcheggiate davanti al locale per redarguirli, affinché facciano la colazione a casa».
Abbiamo virgolettato il testo della denuncia, perché sembra incredibile e nel leggerlo si resta allibiti. Da sempre gli studenti vanno nel bar, prima dell’inizio delle lezioni e all’uscita da scuola, ma non si è mai sentito parlare di interventi di presidi e insegnanti, volti a vietare agli alunni la frequentazione di punti di ristoro, con l’intimazione di fare colazione solo a casa. Con buona pace della libertà, di cui ogni individuo deve godere, anche se in giovane età.

Perri, assistito dall’avvocato Elisabetta Bubba, chiede nella querela che si proceda perché si accerti la responsabilità penale del preside, in ordine ai reati di minacce aggravate, violenza privata per aver costretto i ragazzi a interrompere la consumazione e a uscire dal locale, nonchè d’abuso d’ufficio perché ha sofferto un danno ingiusto. La parola passa alla Procura che svolgerà le relative indagini.

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