Il presidente Ds a Napoli imita il centrodestra e sfida Verdi e Rifondazione su sviluppo e grandi opere. «Per il Mezzogiorno? Favorire gli investimenti della Cina» Ecco il contro-programma del leader Maximo «La Tav? Opera di straordinaria utilità, da

Ma sulla casa propone di tornare all’equo canone

Antonio Signorini

da Roma

Sì ai treni ad alta velocità, più privato nelle ferrovie e logistica per il sud. A proporlo è stato Massimo D’Alema nel corso di incontri elettorali a Napoli. Più che affermazioni da comizio - ha osservato il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi - «un’appendice al programma dell’Unione». Aggiunte che sanno di una «battaglia riformista» tutta interna allo schieramento di centrosinistra, visto che il presidente dei Ds ha evocato temi che un bel pezzo del suo schieramento politico continua a non digerire.
Ad esempio la Tav che è «un’opera di straordinaria opportunità» e che occorre realizzare a costo di «vincere una battaglia culturale» contro «questa resistenza che ha un fondo irrazionale». Un problema di «qualità di governo», osserva D’Alema usando una formula che può essere letta sia come critica all’esecutivo di centrodestra sia come monito ai compagni di viaggio: «In Val di Susa si lotta mentre in Francia, da tempo, si sta spiegando ai cittadini cosa si ha intenzione di fare».
Un messaggio, forse, a leader dei partiti della sinistra radicale come Alfonso Pecoraro Scanio o Fausto Bertinotti che, nonostante qualche apertura sui rigassificatori, continuano a non volere la Tav e, al tempo stesso (è il caso del leader dei Verdi) a giochi ancora aperti stanno prenotando la poltrona da ministro delle Infrastutture. Un’ipotesi che i moderati del centrosinistra non sembrano mandare giù, come dimostra l’ironia del leader della Margherita Francesco Rutelli: Pecoraro Scanio alle Infrastutture? «Sarebbe il segnale che le opere si vogliono fare», ha detto ieri.
Un passaggio un po’ criptico, D’Alema lo ha dedicato alle Ferrovie dello Stato che - è la sua tesi - avrebbero bisogno di più privato. E che non si dovrebbero occupare del trasporto su gomma, soprattutto al Sud. Quella delle Fs, ha accusato l’esponente dei Ds, è «una gestione confusa e mediocre». «Non è detto che nel settore dei trasporti tutto debba essere pubblico - ha dichiarato a Napoli - c’è una grave responsabilità delle Fs, non si capisce cosa vogliano fare con le maggiori imprese su gomma del Mezzogiorno. C’è una gestione confusa. In questo settore c'è spazio per l’ingresso dell’imprenditoria privata - ha sottolineato D’Alema - la programmazione deve essere pubblica ma non è detto che anche tutto il resto debba essere pubblico. Il problema è la qualità del servizio e dei costi».
Nell’illustrare cosa farebbe la sinistra al governo, il presidente dei Ds ha accennato a un sistema per il trasporto pro Mezzogiorno, che sembra molto il piano per la logistica approvato pochi giorni fa dal governo di centrodestra. «Il sistema economico cinese guarda con interesse il Mezzogiorno», ha premesso spiegando di essere stato contattato da alcuni esponenti della Confindustria cinese proprio perché interessati al Sud Italia «come ad un possibile interlocutore di investimenti». A patto che si costruisca «un sistema logistico in grado di fare dell’Italia l’altra sponda del Mediterraneo verso l’Asia». Il piano approvato da uno degli ultimi consigli dei ministri favorisce, per l’appunto, la creazione una rete logistica con l’obiettivo di intercettare le navi che vengono dall’Asia e incentivi alle aziende di trasporto su gomma che si trasformano in imprese di logistica, che usino oltre ai camion anche il treno.
Un’identità di vedute sorprendente con la Cdl che non si è ripetuta sul capitolo casa.

Lì D’Alema si è fatto interprete di uno dei capitoli più di sinistra del programma dell’Unione. E cioè il «canone concordato» per gli affitti favorito dalla leva fiscale. Una specie di riedizione del vecchio equo canone, da «incentivare» con sgravi di Ici per i proprietari che sceglieranno questa strada.

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