L’aumento di stipendio netto attraverso un esonero contributivo per coloro i quali, pur avendo maturato i requisiti con Quota 103, abbiano deciso di rimandare l’andata in pensione. Si tratta del cosiddetto Bonus Maroni, incentivo confermato dalla Legge di Bilancio 2024 che consiste in un esonero sul totale dei contributi da versare che invece di essere destinati all’ente di previdenza, sono versati direttamente sullo stipendio del lavoratore.
Come ricorda l’Inps, l’incentivo “sostanziandosi nell’abbattimento totale della contribuzione dovuta dal lavoratore, non assume la natura di incentivo all’assunzione; di conseguenza, non è soggetto all’applicazione dei principi generali in materia di incentivi all’occupazione”.
Ma a chi è rivolto e come richiederlo? Vediamo un po’ meglio.
A chi è rivolto ed a quanto ammonta
Il bonus Maroni è destinato a coloro i quali, invece di optare su Quota 103 per andare in pensione decidano di aspettare andando il raggiungimento dei requisiti per il trattamento di vecchiaia ordinario. Dunque, il bonus vale per chi, invece di richiedere la messa in quiescenza avendo maturato un’anzianità contributiva di 41 anni e un'età anagrafica di almeno 62 anni, decide di continuare a lavorare sino al raggiungimento dei 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi.
Di conseguenza, i requisiti necessari per accedere al bonus sono quelli previsti per Quota 103 oltre ad essere, logicamente, lavoratori dipendenti sia del settore pubblico che privato. Nei fatti, accedendo al bonus Maroni è possibile percepire uno stipendio più sostanzioso non venendo più versati i contributi a carico del lavoratore che il datore di lavoro trattiene in busta paga che invece vengono inseriti direttamente in busta paga.
L’Inps evidenzia che la fruizione del beneficio non modifica la determinazione dell’importo delle quote di pensione calcolate con il sistema retributivo, le quali sono determinate sulla base della retribuzione pensionabile. Invece, per quanto riguarda la quota di pensione contributiva, l’esonero produrrà effetti sul montante contributivo individuale che verrà determinato applicando alla base imponibile, per i periodi interessati dall’incentivo, l’aliquota di computo nella percentuale prevista a carico del datore di lavoro.
Pertanto, i contributi versati durante il periodo di lavoro aggiuntivo non potranno essere cumulanti con il montante pensionistico.
Come richiederlo
Le richieste di posticipo del pensionamento possono essere presentate online sul sito Inps.
È possibile accedere tramite Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale) almeno di Livello 2, Cns (Carta Nazionale dei Servizi) o Cie (Carta di Identità Elettronica), e poi navigare nel servizio “Verifica del requisito per l’accesso all’incentivo al posticipo del pensionamento (legge di bilancio 2023)”, disponibile all’interno dell’area tematica “Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, Certificazioni, APE Sociale e Beneficio precoci”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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