Il governo sta affrontando una serie di questioni relative alle pensioni, tra cui la riforma del sistema complessivo, le quote e le misure per il pensionamento anticipato. Oggi, 26 luglio, ci sarà un incontro tecnico tra l'esecutivo e i sindacati per discutere questi temi. Ecco tutte le possibili novità in campo.
Le proposte
Nel 2024 verranno sviluppate le quote pensionistiche ma prima sarà necessario abrogare la legge Fornero. I sindacati hanno richiesto più flessibilità e l’opportunità di lasciare il lavoro al sessantaduesimo anno di età. Quota 103 consente di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 di età. Questa possibilità sarà valida fino al 31 dicembre 2023 e, probabilmente, verrà prorogato il termine. Quota 41, invece, è sta eliminata nel Def, acronimo di documento di economia e finanza, del mese di aprile. Uno degli obiettivi del governo è l’uscita anticipata con quarantuno anni di contributi, indipendentemente dall'età anagrafica, ma il problema attuale riguarda le coperture finanziarie. Il costo di questa novità sarebbe superiore a 4 miliardi di euro e nel primo anno di attuazione e raggiungerebbe, secondo i dati Inps, i 75 miliardi in dieci anni. La proposta della Lega è quella di mettere in campo la misura tramite il ricalcolo contributivo dell’assegno questa opzione comporterebbe una riduzione dello stesso fino al 15%.
Quota 96
Potrebbe anche essere ripristinata Quota 96 che in passato è stata eliminata dalla legge Fornero. Questa misura sarebbe destinata a riconoscere maggiore flessibilità nell'uscita per i lavoratori con attività usuranti e gravose. Si prevede che il termine dall'attività avvenga a 61 o 60 anni di età e 35 anni di contributi. Tuttavia, il governo dovrà valutare attentamente le risorse finanziarie disponibili.
La situazione pensioni in Italia
Per avere un quadro generale è necessario analizzare i dati dell'Osservatorio Inps. Nel primo semestre del 2023 sono state erogate 370.136 nuove pensioni totalizzando una diminuzione del 16,6% rispetto allo stesso periodo del 2022. Lo scorso anno il numero totale di neo pensionamenti ammontava a 853.842, con un importo medio mensile di 1.180 euro alla decorrenza. Nel primo semestre del 2023, l'importo medio delle nuove pensioni è sceso a 1.168 euro. Si è verificato un notevole calo del processo anticipato con l'esaurimento di Quota 100 e 102. Per quanto riguarda il lavoro dei dipendenti pubblici durante il primo semestre del 2023 sono state erogate 42.955 nuove opzioni con formula prima della scadenza naturale mentre lo scorso anno, nello stesso periodo, la quota era di 63.630 con un calo del 36,01%. Per i dipendenti privati è diminuito il processo di pensionamento anticipato passando da 71.987 dei primi sei mesi del 2022 a 56.801 del primo semestre 2023 con una diminuzione del 21,1%.
La parola ai sindacati
I sindacati di Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno chiesto l'introduzione di una pensione di garanzia per i giovani con la finalità proteggerli da assegni previdenziali irrisori a causa di carriere lavorative discontinue e del fenomeno del precariato. Rispetto al sistema retributivo prima del 1995 era prevista un’integrazione al minimo per coloro che avevano un assegno ridotto in cui lo Stato integrava l'importo fino a un livello minimo.
I sindacati chiedono la creazione di una pensione contributiva di garanzia, collegata al numero di anni di lavoro e contributi versati, che tenga conto anche dei periodi di disoccupazione, formazione e basse retribuzioni, allo scopo di garantire a tutti un assegno pensionistico dignitoso con l'ausilio della fiscalità generale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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