La pensione è un miraggio? Molti temono di sì. Si comincia a lavorare tardi, si vive più a lungo quindi si va in pensione sempre più avanti con gli anni. E soprattutto le carriere lavorative sono discontinue e si creano spesso dei “buchi contributivi” che rischiano di compromettere la prestazione previdenziale futura e l’entità dell’assegno di quiescenza.
Il riscatto contributivo è uno strumento che si può utilizzare proprio per provare a colmare questi “buchi” e allungare l’elenco dei contributi versati nel tempo, prima del momento della pensione. La legge di Bilancio 2024 ha introdotto alcune possibilità per procedere al riscatto contributivo e in questi giorni l’Inps ha definito con propria circolare le modalità per accedere a questa possibilità.
Due le condizioni richieste per i richiedenti del riscatto contributivo:
Iscritti al sistema previdenziale (cioè chi ha già versato almeno un contributo obbligatorio) dopo il 31 dicembre 1995
Non ancora pensionati (cioè l’eventuale riscatto non può essere utilizzato per un ricalcolo della pensione).
Si possono riscattare solo i periodi non coperti da contribuzione: il mancato versamento dei contributi obbligatori da parte di un datore di lavoro, in costanza di un rapporto di lavoro, non possono essere riscattati, ma devono essere riscossi con altre procedure e intimazioni.
Il periodo non coperto da contribuzione può essere ammesso a riscatto nella misura massima di cinque anni, anche non continuativi. Il periodo deve collocarsi in epoca successiva al 31 dicembre 1995 e precedente al 1° gennaio 2024. Si tratta di cinque anni di riscatto contributivo che si possono sommare ad altri riscatti contributivi richiesti e ottenuti.
Il periodo da ammettere a riscatto non deve essere coperto da contribuzione obbligatoria, figurativa, volontaria o da precedente riscatto, non solo presso il Fondo cui è presentata la domanda stessa, ma anche in qualsiasi forma di previdenza obbligatoria (comprese le Casse per i liberi professionisti e il regime previdenziale dell’Unione europea o i singoli regimi previdenziali dei vari Stati membri o dei Paesi convenzionati).
Ma quindi quali sono i periodi riscattabili?
Lavoro part time. Per quanto riguarda il riscatto dei periodi di lavoro part time, questo può essere effettuato soltanto se vi sono delle settimane scoperte: in pratica, se, in base al numero di ore e alla retribuzione, non sono stati versati i contributi pari al minimale Inps richiesto in un determinato periodo, le settimane contribuite risultano ridotte.
Formazione professionale, studio, ricerca. Questi periodi possono essere riscattati solo se portati a termine e, quindi, solo se è stato conseguito il certificato professionale o il titolo accademico. Per quanto riguarda i periodi di studio, è possibile riscattarne anche più di uno, ad esempio due lauree; sono poi riscattabili i diplomi di alta formazione artistica e musicale.
Lavoro all’estero. Un’altra possibilità di riscatto è quella relativa ai periodi di lavoro all’estero presso Paesi che non sono convenzionati con l’Italia, ovvero presso quei Paesi che non fanno parte dell’Unione Europea e non hanno stretto accordi bilaterali in materia di sicurezza sociale.
Astensione facoltativa per maternità. I periodi di congedo parentale al di fuori del rapporto di lavoro, se non sono già coperti da un’altra forma di assicurazione possono essere riscattati, per un massimo di 6 mesi per ciascuna maternità.
Intervalli tra lavori stagionali, temporanei, part time e discontinui. Gli archi di tempo scoperti da contributi, collocati tra lavori discontinui, stagionali o temporanei possono essere riscattati, se successivi al 31 dicembre 1996. Lo stesso vale per i periodi non lavorati, in caso di impiego part time. Gli interessati devono provare, però, il permanere dello stato di disoccupazione per tutto il periodo che deve essere riscattato.
Servizio civile. Il servizio civile volontario, reso dal 1° gennaio 2009, può essere riscattato; il vecchio servizio civile alternativo al servizio militare di leva, invece, dà luogo all’accredito dei contributi figurativi.
Il calcolo dell’onere del riscatto deve essere verificato e calcolato ogni volta. Sarà valutato secondo il “sistema contributivo”. La base di calcolo dell’onere è costituita dalla retribuzione assoggettata a contribuzione nei dodici mesi meno remoti rispetto alla data della domanda ed è rapportata al periodo oggetto di riscatto.
Tale retribuzione è attribuita temporalmente e proporzionalmente ai periodi riscattati. E’ evidente che il maggior vantaggio del riscatto, così come avviene per il riscatto della laurea, è per i lavoratori giovani che abbiano avuto ancora pochi contributi e basse retribuzioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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