Ape sociale e opzione “mobile”: cosa cambia per le pensioni delle donne | Le simulazioni

Dopo lo stop a Opzione Donna l’esecutivo pensa di fissare l’età “flessibile” per consentire alle donne di accedere all’indennità di accompagnamento alla pensione di vecchiaia

Ape sociale e opzione “mobile”: cosa cambia per le pensioni delle donne | Le simulazioni
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Il tema pensioni è particolarmente dibattuto in Italia. Il ministero dell’Economia e delle Finanze sta cercando di definire il testo della manovra da inviare prima al Quirinale e poi alle Camere. Tra le misure più dibattute ci sarebbero le rivalutazioni pensionistiche ed eventuali modifiche al sistema di adeguamento all’aspettativa di vita. Spunta anche la possibilità per le donne di andare in pensione a 63 anni con l’opzione “mobile”. Vediamo di cosa si tratta.

Le alternative a Opzione Donna

Dopo lo stop a Opzione donna l’esecutivo sta provvedendo per definire i requisiti per l’uscita anticipata delle dipendenti. Inoltre i lavori del governo sono concentrati sulla creazione di uno strumento unico di pensionamento per tutti i lavoratori fragili, all’interno di questo provvedimento verrà inclusa anche l’Ape sociale. In questo frangente si inserisce la necessità di definire l’età richiesta alle donne per accedere all’indennità di accompagnamento alla pensione di vecchiaia. Questo numero dovrebbe essere fissato a 63 anni e 5 mesi, per gli uomini funziona in questo modo.

L’opzione “mobile”

In questo frangente viene introdotta l’opzione “mobile” significa che tramite il fondo flessibilità il gap di 63 anni e 5 mesi potrebbe scendere di uno o due anni per specifiche categorie. Un’altra ipotesi in campo potrebbe essere l’anzianità contributiva che viene richiesta per le lavoratrici. Secondo alcune indiscrezioni potrebbe essere di 35 anni. La soluzione più papabile poteva essere la possibilità di rendere elastico e modificabile il limite di età, bisogna però attendere la versione definitiva della legge di bilancio per capire se questa opzione sia valida.

Gli assegni pensionistici

In merito alla revisione del meccanismo di rivalutazione degli assegni pensionistici potrebbe essere la soluzione definitiva quella dell’indicizzazione all’inflazione. In termini numerici questa opzione resterà al 100% per le pensioni fino a quattro volte il minimo definito dall’INPS.

Le modifiche in questione potrebbero riguardare la perequazione dei trattamenti tra 4 e 5 volte il minimo. Nel frattempo il passaggio da Quota 103 a Quota 104, ovvero 63 anni d’età e 41 di versamenti, sembra essere consolidato.

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