Cantiere pensioni, ecco come e quando gli italiani potranno smettere di lavorare

Per troppi italiani resta la domanda sempre più difficile: ma quando potrò andare in pensione? Ecco una breve guida su tutte le opzioni in campo

Cantiere pensioni, ecco come e quando gli italiani potranno smettere di lavorare
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È inevitabile che il cantiere delle pensioni non si chiuda mai, sensibile com’è alle novità demografiche, del mercato del lavoro (quattro milioni di nuovi pensionati nei prossimi cinque anni, non è cosa di poco conto!), e della complessiva condizione del bilancio dello Stato. Ma è certo che in questo modo si coltivi l’incertezza. Ben venga l’annunciato report del Cnel - atteso per luglio - nel quale saranno evidenziate le criticità dell'intero sistema e tracciate le linee di riforma mentre per i primi di ottobre è prevista la messa a punto di una proposta di Disegno di legge di riforma del sistema. Ma per troppi italiani resterà la domanda sempre più difficile: ma quando potrò andare in pensione?

Cantiere aperto, cantiere mai chiuso. Tra le tante incertezze, c’è una certezza: le pensioni saranno sempre meno "ricche" e si otterranno sempre più in là nel tempo, a un’età che sarà inevitabilmente più avanzata. Una necessità per non far saltare i conti del banco. Se mal comune è mezzo gaudio, è appena il caso di ricordare che in questi giorni la stampa francese lancia - anche nel loro orticello nazionale - un allarme sui conti della "previdenza sociale". La Corte dei Conti francese ha diffuso la scorsa settimana il suo report annuale nel quale si sostiene che la recente riforma delle pensioni (innalzamento a 64 anni dell’età di uscita, con penalizzazioni per chi accetta l’anticipo e con premialità per chi resta al lavoro) non cambia i conti della "sicurezza sociale", a fronte di un incremento insostenibile della spesa sanitaria.

Tant’è, in Italia - in attesa dell’ultima ricognizione annunciata, quella del Cnel a guida Renato Brunetta - le condizioni di uscita in pensione anticipata sono sempre meno praticabili e sempre meno generose.

Pensione di vecchiaia

Ricordiamo che nel 2024 potranno andare in pensione colore che:

  • abbiano compiuto 67 anni e abbiano versato almeno 20 anni di contribuzione previdenziale obbligatori (pensione di vecchiaia);
  • abbiano compiuto 71 anni e abbiano versato almeno 5 anni di contributi. Ma oltre alla cosiddetta pensione di vecchiaia (per requisito anagrafico), ci sono anche le diverse forme di pensione di anzianità, che sono tutte forme di pensione anticipata, rispetto alla soglia dei 67 anni.

Pensione anticipata ordinaria

I requisiti per accedere alla pensione anticipata di vecchiaia sono 42 anni e 10 mesi di contributi per i lavoratori e e 41 anni e 10 mesi per le lavoratrici. Tale tipo di pensione è rivolta a tutti i lavoratori, a prescindere dall’età, iscritti a vario titolo alla previdenza obbligatoria che hanno iniziato a lavorare e a versare contributi prima del 1996.

Quota 103

Per tutto quest’anno (nel 2025 si vedrà), con la cosiddetta "Quota 103" è possibile uscire dal mondo del lavoro con 41 anni di contributi versati e 62 anni d’età. Ma c’è una penalizzazione, in quanto l’importo dell’assegno sarà calcolato interamente secondo il sistema contributivo. Oltre a questo, poi, si introduce un tetto massimo al valore lordo mensile dell’assegno, che non può essere superiore a quattro volte il minimo indicato dall'Inps. Inoltre, per il 2024 sono cambiate le finestre mobili per l’uscita, cioè il tempo che deve trascorrere tra la maturazione dei requisiti e la pensione. Queste passano da 3 a 7 mesi per i dipendenti privati e da 6 a 9 mesi per quelli pubblici.

Ape sociale

Si tratta della prestazione di accompagnamento al trattamento di vecchiaia (che si può ottenere dall’età di 63 e 5 mesi) ma solo in favore di specifiche categorie di lavoratori e lavoratrici:

  • dipendenti che svolgono mansioni gravose (al momento della domanda la professione deve essere stata svolta per almeno 7 anni negli ultimi 10 o per almeno 6 anni negli ultimi 7);
  • invalidi civili al 74 per cento;
  • disoccupati che hanno esaurito il trattamento di di NASpI (o equivalente);
  • caregivers che assistono da almeno 6 mesi.

Il minimo contributivo richiesti

varia da 28 a 34 anni, a seconda delle categorie.

Opzione donna

È una fattispecie creata solo per le lavoratrici, cui spetta l’accesso alla pensione al compimento dei 61 anni con un minimo di anzianità contributiva di 35 anni. Ma solo se:

  • licenziate o dipendenti in aziende con tavolo di crisi aperto presso il Ministero;
  • persone con disabilità pari o oltre il 74 per cento;
  • che assistono, da almeno 6 mesi, persone disabili conviventi, con disabilità in situazione di gravità in base alla legge 104 del 1992.
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