Diego Pistacchi
Alza il telefono, il presidente Preziosi. Parla con lavvocato Maurizio Mascia. È felice quando riaggancia. Ottimista, ha appena scoperto di avere una prova, lennesima prova, della congiura estiva ai danni del Genoa: la Caf aveva già scritto la sentenza prima del processo. E lo dice, distinto. Poi suona ancora il telefono, in una delle solite, lunghe, impegnatissime mattine nel suo studio di Cogliate, al ponte di comando della Giochi Preziosi. Stavolta riaggancia con lo sguardo vitreo. Congeda i suoi ospiti: «Andate, andate via. Che questi sinc...» Lultima notizia è di quelle da ko. Giù, allingresso cè la guardia di finanza. Con un mandato darresto. Un mandato per gli arresti domiciliari, daccordo, ma pur sempre una «misura cautelare», una privazione della libertà. Una scelta di quelle che si fanno nei confronti dei delinquenti per impedire che scappino, che inquinino le prove o che commettano lo stesso reato. Che Preziosi non sia tipo da scappare lo ha ammesso a denti stretti persino il presidente della Federcalcio Franco Carraro, ipotesi da scartare, specie dopo dieci mesi che i magistrati di Como indagano sulla bancarotta della società di calcio del Lago. Che possa ancora nascondere qualcosa non lo credono neppure i pm. Resta il rischio della «reiterazione del reato». E siccome il Como non può farlo più fallire, Preziosi potrebbe «bissare» solo con il Genoa.
A Genova la notizia arriva come fulmine a ciel sereno, perché venerdì era già in programma la conferenza stampa di presentazione del progetto di «Fondazione» che avrebbe assicurato alla società una «cassaforte» indipendente dalle fortune personali del presidente.
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