Se fosse per lui il campionato riprenderebbe con l'anno nuovo. Con pacatezza, ma anche con fermezza Enrico Preziosi si inserisce così nel dibattito generato dalla domenica bestiale della morte di un tifoso e degli incidenti degli ultrà. «Sarei propenso a sospendere il campionato fino a quando qualcosa non cambierà - ha dichiarato il presidente rossoblù a radio Kiss Kiss Napoli - Due, tre mesi di stop: affinchè si possa riportare il mondo del calcio alla sua vera realtà». Ed è un pensiero che lo stesso Preziosi aveva già espresso all'indomani del delitto Raciti. «Non si può fingere che ieri (domenica, ndr) non sia accaduto nulla. Questa è l'ennesima dimostrazione che qualcosa non funziona - ha aggiunto - Non credo alla cultura dei divieti, piuttosto a quella delle applicazioni delle leggi esistenti. Le leggi ci sono ma sono state applicate sempre in qualche maniera, mai pienamente. Sono del parere che sia ora di dire basta, ma dimostrandolo con i fatti, altrimenti saremo sempre costretti ad essere affranti nel commentare quanto accade, ormai, ogni domenica».
Poi Preziosi va nel merito delle decisioni già assunte dall'Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive criticando il divieto delle trasferte. «Non sono d'accordo - ha dichiarato - Perchè impedire ad un onesto cittadino di assistere a un incontro di calcio in trasferta? I divieti in maniera preventiva vanno approfonditi e danno la certezza che la società non è in grado di gestire l'ordine pubblico. Ma quando parlo della 'cultura del divieto' dico che non va bene punire tutti per colpirne pochi».
Il calcio giocato passa così in secondo piano anche se è innegabile come la sconfitta di Reggio Calabria faccia più male di quelle con Milan, Juventus e Inter perché maturata contro una diretta concorrente e in un contesto anomalo: quello di una squadra che comanda le operazioni e produce gioco, il Genoa, e quello invece di un'altra che segna, la Reggina. «Spiace non essere riusciti a raccogliere in proporzione a quanto seminato - ha commentato Gian Piero Gasperini - Anche a Reggio la squadra si è espressa con sicurezza, pagando gli errori compiuti nelle due aree, che devono servirci a crescere e migliorare. Negli episodi non abbiamo avuto fortuna: è un periodo che gira così. Abbiamo messo i presupposti per un risultato diverso, ma poi non siamo stati bravi a dare concretezza. Il rigore su Konko? C'era ma non dobbiamo attaccarci a quello, anche se si sarebbe vista un'altra partita. Il palo di Di Vaio? L'avevo già vista dentro». Sempre onesto il tecnico rossoblù ha puntato il dito sulla mancanza di concretezza sia in difesa che in attacco. E in effetti i numeri delle ultime giornate sono preoccupanti. Nelle ultime tre giornate il Genoa ha subito nove gol rispetto agli otto presi nei nove precedenti incontri. Non solo.
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