Prg, un’altra spina per il sindaco

Claudia Passa

Documenti che «spariscono», Forza Italia che occupa l’aula consiliare, gli strali di Rifondazione comunista. La strada verso le elezioni comunali, che l’Unione capitolina già sognava come una marcia trionfale, sembra diventare ogni giorno di più una corsa a ostacoli. A mettersi di traverso questa volta è il Piano regolatore generale, che in ben due municipi in un sol giorno ha fatto tremare l’Unione. Oggetto del contendere, le cosiddette «controdeduzioni» elaborate dagli uffici a seguito dei pareri espressi dai vari parlamentini, dai cittadini e dai laboratori.
Il calvario (della sinistra) è iniziato in VIII municipio, dove un ritardo di 21 giorni nella consegna delle controdeduzioni ha convinto Forza Italia a parlare di «omissioni di atti d’ufficio». Un ritardo «grave», anche perché – ricorda il coordinatore nella capitale Giampaolo Sodano – «si tratta proprio del municipio in cui il Prg ha previsto la costruzione di milioni di metri cubi». Dunque la protesta, pacifica ma dura. Prima l’occupazione dell’aula consiliare, poi la denuncia alla presenza del candidato sindaco Alfredo Antoniozzi. Il perché è presto detto: «Un inspiegabile e sospetto ritardo di ventuno giorni nella consegna delle controdeduzioni fatte dall’VIII municipio al Prg – dice il capogruppo Clevio Guercioni – ha fatto sì che le stesse non fossero inserite nei documenti ufficiali e quindi non prese in considerazione».
Sul fronte dell’amministrazione del territorio, durissima la presa di posizione di Antoniozzi: «L’VIII municipio – ha affermato - è uno degli esempi di come la Roma di Veltroni abbia dimenticato questi quartieri. Le carenze in questo quadrante della città sono gravi e ci sono problemi che in questi cinque anni non sono mai stati affrontati».
Al termine di un incontro con i costruttori, non è stato più tenero Gianni Alemanno, candidato di An per la corsa al Campidoglio. «È emersa con chiarezza – ha affermato Alemanno – l’insufficienza del Prg che la Giunta Veltroni si sta affrettando a far approvare. I problemi più evidenti emersi oggi sono l’insufficienza delle misure per il recupero delle periferie, la mancanza di aree dedicate all’edilizia economica e popolare, la riduzione del Prg a mero strumento di convalida di accordi già presi e non condivisi. Agli imprenditori romani – conclude Alemanno – abbiamo garantito un atteggiamento costruttivo. Siamo consapevoli che una soluzione affrettata, insoddisfacente e meramente propagandistica sia inaccettabile per il futuro di Roma».
Altrettanto disastrosa la performance ulivista in centro storico. Le controdeduzioni alle circa 30 proposte del I municipio hanno infatti incassato, oltre alla contrarietà di An, il «no» di Rifondazione comunista, il cui capogruppo Giorgio Braschi ha lamentato la mancata partecipazione nel disegno del futuro assetto della città. Anche il resto del centrosinistra, pur votando a favore della delibera sul Prg, non solo ha «condito» il testo con richieste che di fatto denunciano le carenze dell’amministrazione (residenzialità, negozi storici, mercati rionali, qualità della vita, trasporto pubblico, mobilità), ma addirittura ha presentato un ordine del giorno – votato all’unanimità - che sollecita la creazione di una carta della qualità, di un comitato per la qualità urbana edilizia a composizione certa, e chiede modifiche all’articolato.

«Un voto schizofrenico, quello della sinistra – afferma il capogruppo di An Federico Mollicone -, una maggioranza a più teste che si inginocchia davanti a Veltroni ma poi esprime tutto il suo mal di pancia con un ordine del giorno che non potevamo non votare perché sembra il programma di An per il centro storico…».

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