Primo giorno di scuola, sui banchi in 500mila

Crescono gli studenti allo scientifico. Una ricerca: «I ragazzi milanesi tra i più preparati in matematica». Dutto: «Il merito va anche ai nostri docenti»

Primo giorno di scuola, sui banchi in 500mila

Augusto Pozzoli

Questa mattina riprendono le lezioni nelle scuole di Milano e Lombardia: quasi 409mila gli studenti e alunni nelle classi in città. Che, tenendo conto anche degli iscritti alle paritarie, diventano poco più di 500mila. Dalle materne alle superiori, pronti al via.
Per quanto riguarda le scuole superiori gli istituti tecnici restano sempre il corso di studi più affollato: oltre il 38 per cento degli iscritti, una percentuale di circa un punto in meno rispetto allo scorso anno. Insomma, questo indirizzo di studi resta la risorsa che i genitori ritengono ancora la più idonea per il futuro dei loro figli.
Stazionarie risultano le adesioni al liceo classico: una scelta che coinvolge poco più del 6 per cento degli iscritti, una percentuale decisamente inferiore al 10 per cento della media nazionale. In crescita, invece, gli studenti del liceo scientifico, anche questo un segno dell’interesse che si sta sviluppando nei confronti della cultura scientifica e matematica. «Gli studenti milanesi - ricorda il direttore scolastico regionale Mario Dutto - risultano secondo un’indagine europea tra i più preparati in scienze e matematica. Un risultato che va attribuito alla bravura dei nostri docenti e della loro continua capacità di aggiornarsi». Aggiornamento che continuerà anche il prossimo anno sulla base di un progetto finanziato dalla Cariplo che vede in campo tutte le facoltà di matematica delle università regionali. Un’altra sfida, dunque per migliorare la qualità del servizio scolastico milanese che quest’anno è arrivata all’esordio in condizioni positive come mai era avvenuto in passato.
Restano ancora insoluti alcuni problemi che, nonostante l’impegno di funzionari e impiegati del Csa (l’ex provveditorato) di via Ripamonti, devono, essere ancora risolti. Ci vorrà, infatti, qualche giorno prima di coprire tutti i posti ancora vacanti con le nomine dei supplenti annuali: si calcola che si debbano nominare ancora 6-700 supplenti, soprattutto nella scuola materna e alle elementari. Gli studenti delle superiori nella stragrande maggioranza dei casi dovrebbero avere in cattedra insegnanti stabili, almeno fino alla fine dell’anno scolastico. Questo grazie anche a una situazione mai verificata in passato: le scuole hanno già a disposizione le graduatorie di circolo e di istituto da cui scegliere i docenti che hanno diritto a un contratto a tempo determinato. È scongiurato il rischio del valzer della cattedre fino a Natale e oltre, un triste rito degli anni scorsi, che costringeva i dirigenti scolastici ad assegnare incarichi provvisori che poi dovevano essere revocati appena venivano predisposti gli elenchi aggiornati degli aspiranti supplenti. La questione delle supplenze resta comunque uno degli impegni più pressanti di questo avvio d’anno scolastico: innanzitutto perché bisogna trovare ancora circa 600 docenti da affiancare agli alunni portatori di handicap che hanno diritto al sostegno. E trovarli continua a essere un’operazione complessa, perché spesso per una nomina bisogna inviare anche 50 telegrammi ad altrettante persone.


«Un meccanismo assurdo – osserva Dutto – soprattutto se si tiene conto che da quest’anno gli enti locali non pagheranno più le spese telefoniche. Mi auguro che a Roma MIUR e sindacati riescano al più presto a trovare un accordo per modificare le disposizione che oggi regolano le supplenze».

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