Il primo "qua qua" del papero più sfortunato del mondo

Il 9 giugno 1934, compariva per la prima volta in un cartone animato Donald Duck, in Italia Paolino Paperino. Collerico, pigro, dispettoso, nevrotico e soprattutto sfortunato. E per questo così amato di Topolino

Il primo "qua qua" del papero più sfortunato del mondo

Va per gli 80 Paolino Paperino ma la sua forma è sempre quella dei primi «qua qua» emessi in un lontano 9 giugno del 1934, prima come uno dei tanti animaletti del bestiario Disney dominato da Topolino, poi sempre più autonomo tanto da richiedere al suo creatore un universo parallelo a quello del Mickey Mouse. Per cui da una parte c'è Topolinia, dall'altra Peperopoli, dove i due personaggi vivono con parenti, fidanzate, amici e nemici. Altra caratteristica comune, Topo e Papero andranno alla ricerca di avventure su e giù per i cinque continenti, ma anche nel tempo, impersonando, in esilaranti parodie, un po' tutti i personaggi famosi della storia e della letteratura.

Non molti all'inizio degli anni Trenta avrebbero però puntato sulla fortunata riuscita del personaggio. Per Walt esisteva solo Topolino, personaggio nato nel 1928, narra la leggenda, quando l'allora 27enne disegnatore, vide un sorcetto sfrecciare attraverso il suo studio. Il successo di Mouse, prima battezzato Mortimer e poi Miceky su suggerimento della moglie, fu immediato e Disney si trovò a sfornare altri personaggi di contorno per arricchire la sua galleria. Così il 9 giungo del 1934 ecco comparire in un cartone animato altri tre animaletti. Era un filmato di poco più di 7 minuti, protagonista «La Gallinella saggia», «The Wise Little Hen», che chiede a Paperino, Donald Duck, e Meo Porcello, Peter Pig, di aiutarla a raccogliere il grano. Entrambi lazzaroni e scansafatiche, dribblano la richiesta con le più assurde scuse, così rimarranno a bocca asciutta quando «The Little Hen» cucinerà i suoi irresistibili manicaretti. Il buon riscontro della storia, induce Disney a riprodurla su carta il 16 settembre e da allora per il Papero più sfortunato d'America sarà una marcia trionfale.

Il personaggio, pigro, dispettoso, collerico e un po' nevrotico diventa subito il beniamino del pubblico rispetto al quel «perfettino» di un Topo. Anzi acquista maggiori simpatie quando più le sue avventure finiscono male e non solo per sua colpa, ma per una serie incredibili di eventi sfortunati. Perché oltre alla mancanza di ogni forma di razionalità, la sfortuna diventa presto la sua cifra caratteristica, tanto da guidare un'utilitaria targata 313. Negli Usa infatti è il 13, e non il 17 come da noi, il numero sfortunato. Tutti si immedesimano con il Papero, perché tutti tendono ad attribuire il cattivo esito delle proprie imprese a un fato avverso e tutti hanno il loro «zio Paperone» dal quale sentirsi angariati.

Donald Duck cresce e con lui il suo contorno. Come per il contraltare «roditore», con cui dividerà parecchie avventure, anche lui vive in villetta a due piani, giardino e steccato in un città popolata da paperi e per questa chiamata Paperopoli. Oggetti di culto: l'amaca e il divano dove lo troviamo immancabile stravaccato all'inizio di ogni sua avventura. Un po' alla volta la famiglia si allarga con l'arrivo dei nipotini Qui, Quo, Qua (Huey, Dewey e Louie), figli della sorella gemella Della, dello zio Paperone (Scrooge McDuck), della fidanzata Paperina (Daisy Duck) perennemente contesa al cugino Gastone Paperone (Gladstone Gander). Poi ci sono gli amici scienziati Pico De Paperis (Ludwig von Drake) e Archimede Pitagorico (Gyro Gearloose), unico pollo della compagnia e i nemici della Banda Bassotti (Beagle Boys). E ancora altri parenti, però con una caratteristica bene precisa: nessuna discendenza o ascendenza diretta, perché avrebbe significato che il personaggio aveva fatto sesso. Ecco dunque i cugini Paperoga (Fethry Duck), Abner Duck, Ciccio dell'Oca (Gus Goose) che, come dice il nome, è un'oca e non un papero, la zia Matilda de' Paperoni (Matilda Mc Duck) e Nonna Papera (Grandma Duck). Altri ascendenti diretti compaio raramente e solo per riesumare l'albero genealogico dei paperi. Così veniamo a sapere che Paperino è figlio di Ortensia de' Paperoni (Hortense McDuck) sorella dello zio Paperone, e Quackmore Duck, e inoltre nipote da parte di madre di Fergus de' Paperoni (Fergus McDuck) e Piumina O'Drake (Downy O'Drake) e di padre di Humperdink Duck e Nonna Papera. C'è anche un bisnonno, Clinton Coot, e persino un trisavolo: Cornelius Coot, mitico fondatore di Paperopoli.

Negli anni lo scansafatiche Donald Duck cambia tutti i mestieri possibili e immaginabili, qualche volta si cimenta anche nei panni del giornalista per il quotidiano cittadino Papersera. Mentre nelle sue scorribande storico-letterarie lo ritroviamo nei panni di Paperin-Temucin, di Paperino il Paladino, di Paperenzo Strafalcino nei «Promessi Paperi». Spesso però è costretto a seguire lo zio Paperone nelle più mirabolanti avventure che si concludono puntualmente con un fiasco, una perdita del tanto agognato tesoro o peggio. Causa qualche errore, distrazione o dimenticanza di Paperino che per questo sarà rincorso dallo zio nel tentativo di «spiumarlo vivo». Oppure si ritrova a lucidare le monete del deposito aureo dell'avaro zio, per 30 centesimi all'ora, cifra mai cambiata negli anni. Non è tuttavia raro che sia il nipote a inseguire Paperone, dopo essere stato turlupinato e defraudato della sua parte di ricompensa.

Negli ultimi anni Paperino ha un po' cambiato pelle: meno pigro, collerico e dispettoso, rimane pasticcione e sfortunato, doti che hanno solo aumentato la sua popolarità. Tanto da entrare di diritto nel dibattito «di qua, di là» con il risultato che Paperino è di sinistra, Topolino di destra. Recentemente si è preso anche qualche rivincita assumendo, solo in Italia, altre identità come quella di Paperinik, supereroe senza macchia e senza paura a cui va sempre tutto bene grazie alle diavolerie procurategli da Archimede Pitagorico.

Anche se forse rimane più amato per le sue sfuriate, i suoi dispetti, la sua pigrizia ma soprattutto quella sua incredibile, inguaribile, incomensurabile, epica sfortuna. Che ogni volta ci fa dire «Provaci ancora Duck».

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