Milano - Il mistero Gattuso si è dissolto. Da tempo non giocava, qualcuno malignamente pensava che "Ringhio" volesse lasciare il Milan. Oggi invece il centrocampista del Milan ha parlato in conferenza stampa per spiegare la sua assenza dal campo. "Ho un problema al nervo dell'occhio, dopo 50 giorni di stop ci vogliono ancora quattro mesi e poi mi opero - ha detto il centrocampista a Milanello - Posso allenarmi, ma non posso giocare perché in campo vedo doppio. C'è stato un momento in cui pensavo al peggio, ora però voglio tornare a giocare. Il Milan mi è stato vicino".
Dunque Ringhio non gioca per un problema fisico e non perché ha voglia di aria nuova, o perché non va d'accordo con il tecnico Allegri. Ringhio è un uomo duro dentro e fuori dal campo. Non molla e ha voglia di tornare a giocare. "Ce ne vuole per abbattermi, l'importante è non mollare. In questo momento non sto pensando al calcio ma al quotidiano: è brutto non riuscire a guidare perché vedo doppio. La forza me la dà il fatto che riesco a lavorare a livello fisico con tranquillità. La cosa più importante è tornare a essere una persona normale nel quotidiano. La società mi sta vicina. La prima cosa cui penso sono i figli", ha spiegato Gattuso.
Il racconto di come si sia accorto del suo malessere agli occhi fa capire quanto Ringhio abbia lottato in campo per riuscire comunque a giocare. "Il dottor Tavana mi aveva sconsigliato di giocare. Sono sceso in campo a tutti i costi ma già vedevo doppio. Nesta non l'ho visto proprio. Quattro giorni prima si era già manifestato qualcosa. Quei venti minuti della Lazio sembravo ubriaco, sono stati bruttissimi: vedevo Ibra in quattro posizioni diverse. A livello fisico riesco a fare tutto. In partita, non vedendo i compagni e la palla, rischio di far male a me e a loro. Vedi le persone in tre posizioni diverse...
Tra quattro mesi ci sarà l'intervento per mettermi a posto i gradi dell'occhio. C'è stato un momento in cui non pensavo al calcio. Pensavo al peggio. Al calcio ci ho pensato quando le cose più gravi sono cominciate a scomparire".
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