La Procura di Roma risparmia sulle intercettazioni. E non perché i magistrati vogliano rinunciare a questo importante strumento di indagine, ma grazie alla tecnologia. Dallo scorso 8 dicembre, infatti, la Procura si avvale di un sistema tecnologico «proprietario» per le intercettazioni. Si tratta di un nuovo Centro intercettazioni comunicazioni elettroniche (Cice) che consente di abbattere i costi dell'attività e di «assicurare la riservatezza delle operazioni spettanti per legge alla sola autorità giudiziaria». Captare e registrare le conversazioni degli indagati, insomma, costerà molto meno. Questa innovazione tecnica, finanziata dal ministero della Giustizia, fa risparmiare sui costi di noleggio delle apparecchiature che, per la sola Procura di Roma, ammontavano a circa un milione e 825mila euro. Ora tutto viene gestito da pm e polizia giudiziaria. Questo sistema determina inoltre il «sensibile aumento dell'efficenza e dell'affidabilità sia sotto l'aspetto della qualità e della sicurezza dei dati acquisiti, sia sotto quello del supporto all'attività investigativa».
La struttura tecnologica istallata a piazzale Clodio, spiega la Procura, determina «la possibilità di estensione a tutti gli uffici giudiziari, per il tramite del ministero della Giustizia, con conseguente abbattimento della spesa di giustizia relativa alle intercettazioni quantificabile mediamente in 200 milioni di euro annuali. Risorse destinabili all'informatizzazione del processo per conseguire l'obiettivo di un più efficiente e tempestivo servizio di giustizia».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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