Prodi non sa perdere: "È un test locale"

L'imbarazzo del centrosinistra. Il premier minimizza la portata della sconfitta ma il Prc lo incalza: ritrovi la sintonia con gli elettori

Prodi non sa perdere: "È un test locale"

Roma - Nel pomeriggio, mentre si delinea la vittoria del centrodestra in Sicilia, Romano Prodi si affanna a spiegare che non è un test nazionale, ma solo «locale». Gli exit poll sull’elezione del sindaco di Palermo, danno l’uscente Diego Cammarata (Fi), decisamente in testa sul candidato dell’Unione Leoluca Orlando, ma il premier esorta alla prudenza e sfoggia ottimismo.«Partiamo a Palermo da una situazione in cui Cammarata aveva una maggioranza assolutamente superiore. Quindi, qualsiasi sarà il risultato questo denota un rafforzamento del centrosinistra. Vedremo se sarà sufficiente ad Orlando per andare al ballottaggio». Insomma per Prodi è un esito «non negativo, rispetto al precedente».
Ma la Cdl festeggia e legge nel risultato un avvertimento al governo. Per Renato Schifani di Fi il successo di Cammarata si deve alla buona amministrazione e al fatto che ha avuto al suo fianco «un partito e una coalizione uniti». Parte dalla Sicilia è «un segnale di malessere contro il governo nazionale e una forte spinta per il buon esito amministrativo delle elezioni del 27 maggio». Il Paese, sintetizza l’azzurro Maurizio Lupi, «chiede a Prodi di andarsene».
Usa metafore meteo il leghista Roberto Calderoli, partendo dal detto: «Chi semina vento, raccoglie tempesta». Il governo Prodi ha seminato troppe tasse, scelte sbagliate su indulto, droga, immigrazione, famiglia. «Dopo il temporale siciliano, sulle loro teste si abbatterà la grandine del nord, poi lo tsunami che porterà via Prodi e questo governo».
Più cauto il leader dell’Udc Pierferdinando Casini. Per lui, il voto conferma «l’umore attuale del Paese» ed è «ottimo» per il suo partito, ma non si arrivi a «conseguenze apocalittiche», «tanto Prodi a lasciare non si pensa». Ma questo è un giudizio sul suo esecutivo, insiste il presidente della Regione, Totò Cuffaro. Anche con il suo «buon governo» il segretario centrista Lorenzo Cesa spiega la vittoria «schiacciante» in Sicilia.L’Udc ha sostenuto «lealmente l’alleanza di centrodestra perché ce n’erano le condizioni: quando si scelgono uomini e programmi giusti, i risultati arrivano sempre». Proprio ai centristi si rivolge il portavoce di An Andrea Ronchi, dicendo: «Il voto siciliano è la riprova che la Cdl unita vince. Un segnale di profonda insoddisfazione al governo Prodi. Un doppio monito: ai vertici della Cdl perché privilegino le ragioni della coalizione e all’Unione un segnale di profonda insoddisfazione». Quando Orlando chiede di annullare il voto, gli azzurri Sandro Bondi e Fabrizio Cicchitto commentano: «È il classico giocatore che aspetta l’esito della partita e quando vede che l’ha persa grida che è stata truccata».
Per lunghe ore la maggioranza rimane in silenzio, poi Giovanni Russo Spena del Prc mostra quel senso di autocritica che a Prodi sembra mancare. La Sicilia è «una realtà molto particolare», ma il segnale non va sottovalutato. «Il governo deve ritrovare la sintonia con la sua base sociale ed elettorale, indicando chiaramente la volontà di operare vere e concrete politiche di risarcimento sociale e di redistribuzione».

La sinistra radicale accusa il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa di aver spaventato gli elettori con le sue dichiarazioni sulle pensioni. Per i Ds, invece, il test non è nazionale e «non modifica il quadro preesistente nell’isola», anzi ci sono segnali «interessanti». E il Verde Angelo Bonelli definisce «ridicolo il trionfalismo della Cdl».

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