Federico Guiglia
Se lindulto è meno dellamnistia e lindultino è meno dellindulto, che sarà mai «lindulto graduato»? E se su un tema così chiaro come quello sollevato da Marco Pannella, e sollevato addirittura con iniziative pubbliche prima annunciate e poi fatte, la risposta di Romano Prodi arriva così in ritardo, che accadrà quando gli argomenti su cui intervenire saranno tremendamente complicati come la sicurezza, limmigrazione, il ruolo internazionale dellItalia, le grandi opere, lenergia?
Sono gli interrogativi molto attuali dopo la sorprendente presa di posizione del leader dellUnione sullopportunità o meno di promuovere lamnistia proposta dai radicali fra molte diffidenze e ancor più reticenze. Sorprendente, questa presa di posizione, non perché sia strano né tanto meno sbagliato non essere daccordo su unidea, per quanto nobile, di Pannella e sostenitori ma per i tempi e le modalità del «ribatti» prodiano. In fondo bastava un «sì» oppure un «no» allappello. E invece sul finir dellanno, oltre che della pazienza di Pannella, leterno ribelle, è arrivato un responso che più indecifrabile non si può: lindulto per gradi, senza peraltro spiegare sulla base di quali criteri e periodi, e rinviando al programma dellUnione la questione del sovraffollamento delle carceri in Italia. Demandare, ecco la risposta al domandare.
E poiché era la prima volta che il leader del centrosinistra era sollecitato in modo tanto insistente e trasparente a dire pane al pane su un tema che divide, se questo è il precedente, si può immaginare che cosa accadrà quando Prodi dovrà precisare nero su bianco la posizione di tutto il centrosinistra sulla Tav piuttosto che sulle coppie di fatto. E sui Centri di permanenza temporanea, e sulle missioni militari allestero, e sulle scelte strategiche in campo industriale, ambientale, previdenziale, insomma in tutti quegli ambiti in cui lala rosso-verde della coalizione ha già detto - onore al merito! - come la pensa e come agirebbe, se diventasse maggioranza in Parlamento. Nessuna «gradualità» evoca la parte radicale - e non nel senso di Pannella - del centrosinistra, che è al contrario abituata, si sa, alle decisioni «senza se e senza ma».
La realtà è che il tentativo di malcelato compromesso dietro la formula di «indulto graduato», qualcosa a metà strada fra chi si batte e chi soppone allamnistia, rivela lunica strada possibile per chi aspira a diventare il nucleo riformatore nel centrosinistra: attenuare sempre, attenuare tutto. Non è un caso se il comunicato con cui il leader dellUnione è finalmente uscito dal silenzio, ha fatto esplicito riferimento a un precedente incontro a tre - Rutelli, Fassino e appunto Prodi - proprio sul tema in discussione. Ma se la montagna del Partito democratico ancora da venire ha partorito il topolino dellindulto in miniatura, ossia «graduato», delegandone la praticità alle proposte politiche che verranno, cè da chiedersi se non siamo davanti a un grande ma significativo equivoco.
Lequivoco secondo cui riformare sia sinonimo di graduare invece che il modo più moderno di decidere. Come se il riformismo fosse la somma e poi la divisione per due fra i «rivoluzionari» alla sinistra della sinistra da una parte e i «conservatori» della Margherita dallaltra.
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