La profilassi vaccinale in Puglia è una priorità

In Italia, secondo il Sistema informativo delle malattie infettive (Simi), nel 2012 si sono verificati 132 casi di infezione meningococcica, di cui oltre 6 su 10, dovuti al meningococco B. Un batterio, quest'ultimo, molto aggressivo, in grado di colpire all'improvviso le persone sane (per lo più bambini nei primi mesi di età), portare al decesso entro 24-48 ore o lasciare disabilità permanenti. L'unica arma per sconfiggerlo, è la profilassi vaccinale. La Regione Puglia è all'avanguardia: introdurrà nel calendario vaccinale l'offerta gratuita, per tutti i neonati, del nuovo vaccino (disponibile in Italia da qualche mese), anti-meningococco B. Un'offerta che permetterà ai cittadini pugliesi una protezione contro tutti i cinque sierogruppi della meningite meningococcica (A, B, C, W135 e Y). Per tutti i lattanti sono disponibili 3 dosi nel primo anno di vita e una al compimento del dodicesimo mese.«La Puglia ha sempre investito molto nella prevenzione vaccinale, tanto da essere al primo posto tra le regioni italiane come offerta e tra le prime per livelli di copertura», dichiara Michele Conversano, presidente nazionale della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica, precisando che il nuovo vaccino rappresenta una innovazione terapeutica. Il meningococco entrato in contatto per via aerea con un organismo, può dare luogo a due quadri patologici molto gravi: le meningiti, che comportano una gravissima infiammazione delle meningi (le membrane che rivestono il cervello) e le sepsi, che consistono in infezioni generalizzate ai tessuti e agli organi, dovute alla penetrazione del meningococco nel torrente sanguigno. «I sintomi della meningite possono essere confusi all'inizio con quelli di un'influenza: febbre alta tra i 39 e i 40 gradi, accompagnata poi da convulsioni, fino al coma», sottolinea Ruggero Piazzolla, segretario regionale Federazione italiana medici pediatri (Fimp).

«La conseguenza più grave, tra i bambini colpiti entro il primo anno di vita, è la morte improvvisa, mentre l'11-19 per cento dei pazienti che sopravvivono, può andare incontro a gravi complicanze e invalidità permanenti, come amputazione degli arti, sordità, ritardo mentale, paralisi e ictus».

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