Che spasso il Fatto Quotidiano! Nella stessa prima pagina di oggi promette disobbedienza civile contro il bavaglio e se la prende a morte se i principali quotidiani italiani danno notizia che Marco Travaglio è stato rinviato a giudizio, insieme a Peter Gomez, Marco Lillo e Claudio Pappaianni con l'accusa di diffamazione. Due pesi e due misure. Come al solito, ca va sans dire.
Ieri pomeriggio, alla kermesse organizzata da Gustavo Zagrebelsky all'Arco della pace di Milano, Marco Travaglio e Lirio Abbate avevano sfilato sul palco per invitare il popolo degli anti Cav ad abbonarsi al Fatto Quotidiano per contrastare la legge sulle intercettazioni. "Il governo vuole ammazzarci con lepene pecuniarie - ha spiegato Travaglio tra gli applausi dei manifestanti - per questo dovete abbonarvi al nostro quotidiano e a quelli che dicono la verità". Stesso discorso per Michele Santoro, un'altro che, a detta di Travaglio, dice la verità: "Contribuite economicamente alla nuova trasmissione Comizi d'amore perché Santoro è stato cacciato dalla Rai". Al di là del fatto che l'ex conduttore di Annozero non è mai stato cacciato da viale Mazzini, il piangere miseria di Travaglio stride, e non poco. Perché deve aver paura delle pene pecuniarie se dice sempre la verità? Un giusto processo per diffamazione, se ha detto il vero, non dovrebbe certo temerlo. Eppure il vicedirettore del Fatto si innervosisce se il Giornale, il Corriere della Sera e Libero hanno dato la notizia che è stato rinviato a giudizio per diffamazione. In un editoriale di fuoco dal titolo Le vergine violate, Travaglio accusa ora il quotidiano di via Solferino ("Attendiamo con ansia dal sito del Corriere l'elenco completo dei processi per diffamazione al direttore e ai cronisti del Corriere"), ora il Giornale per aver pubblicato le intercettazioni tra il sindaco di Napoli Luigi De Magistris e il pm Gabriella Nuzzi.
Insomma, il Fatto pubblica tonnellate di fango per attaccare Silvio Berlusconi, ma se gli altri quotidiani si limitano a riportare una notizia di giudiziaria riportata anche dalle agenzie, allora apriti cielo. Non solo. L'invettiva di Travaglio arriva nel giorno in cui il Fatto mette in pagina la promessa di Bruno Tinti di disobbedire alla legge sulle intercettazioni: "Come questo giornale ha detto molte volte, non obbediremo alla legge bavaglio. I nostri lettori leggeranno le informazioni derivanti da un processo penale quando sarà caduto il segreto investigativo e quindi quando saranno pubbliche per legge".
Niente legge bavaglio. Magari qualcuno arriverà a proporre una legge Travaglio: multe salate e carcere duro per tutti quei giornalisti e direttori che mettono in pagina una notizia che riguarda Marco Travaglio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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