Villa Faraldi (Imperia) - «Ma tu guarda come va il mondo: uno si sbatte una vita, per temi seri come il federalismo e le riforme e poi all'improvviso mi puntano i riflettori addosso per una idea semplice e innocua...».
Converrà, sindaco Chiappori, che affittare le case di proprietà del Comune alle prostitute, è un'idea stravagante...
«A me sembra un'ottima idea e basta. Lo Stato mi taglia i fondi: aspettavo ottomila euro di trasferimenti e mi sento dire che non arriveranno mai, la Provincia si inventa una nuova tassa sui ponti, che mi costerà diecimila euro all'anno perché di ponti, nel territorio di Villa Faraldi, ne abbiamo quindici. Volevo fare un centro per manifestazioni di turismo e cultura in una ex cava, ma ho dovuto fermare le ruspe perchè mi dicono che i fondi arriveranno, se va bene, nel 2009...».
E allora?
«Allora visto che abbiamo sei appartamenti frutto di un lascito, li affittiamo a delle professioniste della prostituzione, facciamo loro dei contratti commerciali ed ecco che io i miei cinquanta-sessantamila euro all'anno me li recupero».
Se ne poteva inventare un'altra...
«Già, per esempio come fanno molti miei colleghi: seminare le strade comunali di autovelox . Risanare i bilanci in quel modo vorrebbe dire taglieggiare, rapinare i miei concittadini. Gente che, quando va bene, guadagna mille euro al mese».
Per curiosità, sua moglie che cosa le ha detto stamattina?
«Sulle prime è rimasta un po' perplessa, anche se io ho avuto, a suo tempo, anche l'idea della castrazione chimica per i pedofili, e quindi lei è abituata a certe mie uscite. Poi ha detto che, se è per il bene dei miei concittadini, allora si può anche chiudere un occhio. D'altra parte a mia figlia, che ha cinque anni, devo chiuderle tutti e due gli occhi, quando prendiamo la strada per Sanremo e ci sono tutte quelle signore con le cosce di fuori...».
Tagliamo corto: vuol provocare o fa sul serio?
«Tutte e due le cose. Voglio provocare per costringere lo Stato ad occuparsi seriamente dei piccoli Comuni che non possono nemmeno accedere ad un mutuo. Ma voglio anche fare sul serio. E ottenere così tre risultati: togliere le prostitute dalla strada, sottrarre introiti a qualche magnaccia albanese o italiano, e ritrovarmi con le casse un po' più piene».
In paese ci sono una dozzina di scapoli, il resto e fatto di anziani e vedove, scoppierà la rivoluzione?
«No, non scoppierà, i miei concittadini capiranno perché mi vogliono bene. Nel 2001 mi hanno eletto col 63 per cento, nel 2006 mi hanno rieletto con l'80 per cento dei consensi. E gli scapoli saranno più contenti di incontrare comodamente le prostitute in un ambiente pulito e igienico. Perchè io queste condizioni le imporrò nel contratto d'affitto».
Scusi se insisto, lei pensa di essere moralmente nel giusto?
«Per favore non facciamo gli ipocriti. Certo che sono nel giusto e sono anche cattolico. Ma forse quel lavoro che praticano le signore in questione è ancor più antico del Cristo in cui noi crediamo.
Ha già parlato col parroco?
«No, ma sono sicuro che, conoscendolo, mi darà la sua benedizione».
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