«Collaborazione istituzionale». E che sia forte e che vada addirittura oltre la lealtà per condurre finalmente in porto la riforma che amplia i poteri di Roma Capitale. Collaborazione istituzionale tra Campidoglio, Regione e Provincia: quasi una parola dordine da quando Gianni Alemanno è diventato sindaco di Roma, frantumando il vecchio tris del centrosinistra Veltroni-Marrazzo-Gasbarra. E il vertice di ieri mattina tra il nuovo primo cittadino e il governatore Piero Marrazzo non ha tradito questo clima di concordia bipartisan. Un colloquio durato circa unora, nello studio della presidenza della Regione in via Cristoforo Colombo. Allinizio dieci minuti di faccia a faccia Alemanno-Marrazzo, poi via al tavolo allargato con 4 rappresentanti delle giunte, 2 a testa: da una parte il vicepresidente della giunta regionale Esterino Montino e lassessore al Bilancio Luigi Nieri, dallaltra quelli comunali allAmbiente Fabio De Lillo e alle Politiche sociali Sveva Belviso.
Al termine della riunione sindaco e governatore annunciano listituzione di una commissione congiunta Comune-Regione-Provincia, presieduta da una personalità di alto profilo, che elabori entro trenta giorni una proposta condivisa costituzionale per il distretto federale di Roma Capitale, da presentare in Parlamento. Uniniziativa che sommata a quella del vicesindaco e senatore Mauro Cutrufo (non a caso delegato alle Riforme istituzionali di Roma Capitale), fa parte della grande offensiva per dotare lUrbe di autonomia legislativa.
«Dal lavoro della commissione - spiega Marrazzo - dovrà emergere un modello del XXI secolo, che trovi un equilibrio tra Roma Capitale e il territorio, cioè Lazio regione di Roma Capitale».
«Sarebbe unottima premessa - gli fa eco Alemanno - per scelte condivise affinché in Parlamento arrivi un testo sul quale cè già unintesa». Tutto questo dopo aver consultato il neopresidente della Provincia Nicola Zingaretti. Ma nel vertice cè stato spazio anche per il tema rifiuti, con il governatore che ha ricordato le integrazioni al Piano regionale attualmente allo studio, anche queste «da condividere prima che il Piano venga presentato al Governo». «Il numero di quattro termovalorizzatori a Roma non è un dogma. Il dogma è scongiurare lemergenza», aggiunge il sindaco.
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