Ci sono studiosi ai quali la popolarità, tutto sommato, ha tolto qualcosa. È il caso di Francesco Alberoni. Le sue teorie rasentano la genialità e chi ci ha scherzato sopra non ha capito niente. I movimenti di massa, secondo il sociologo, potevano essere spiegati come una forma di innamoramento per il leader. Questo era particolarmente vero in alcuni momenti della storia d'Italia. Tesi copiata o discussa quasi da chiunque sorvolando volentieri sulla vera fonte.
È anche il caso di Vera Slepoj, la psicologa morta ieri a soli 70 anni. Nata il 3 maggio 1954 a Portogruaro (Venezia), Slepoj si era laureata nel 1977 in psicologia clinica presso l'università di Padova, per poi specializzarsi in psicoterapia individuale a indirizzo psicoanalitico e di gruppo e quindi in sofrologia medica. Nel 1989 venne eletta presidente della Federazione italiana psicologi, incarico che ha mantenuto per un decennio. Ha svolto la sua professione tra Padova, Milano e Londra. Nel 1999 si candidò per Alleanza Nazionale alle elezioni europee. Non fu eletta nonostante le settemila preferenze ottenute. Dal 1999 al 2004, fu assessore alla cultura, musei, servizi sociali della Provincia di Padova. Dotata di curiosità infaticabile, ha fatto da consulente psicologica per la squadra di calcio del Palermo, partecipando anche ai ritiri, per poi cavarne una raffinata descrizione dei cambiamenti nel mondo del calcio, esperienza a distanza tv per lo spettatore, e infantilismo al limite del patologico per molti, troppi giocatori.
La televisione, che la chiamava per commentare i fatti di cronaca, le ha dato il successo di pubblico. Ma Slepoj va ricordata per altri motivi. Nel 1997 provocò una levata di scudi per aver condotto una feroce critica del cartone animato Sailor Moon. A suo dire, l'anime giapponese proponeva un modello di sessualità che oggi definiremmo «fluida» e provocava confusione nei piccoli spettatori. Confusione rilevata sul campo: «Alcuni bambini hanno femminilizzato il loro modo di vivere e le relazioni con i coetanei» In Sailor Moon i maschi si trasformano in femmine al momento dei combattimenti. Slepoj, davanti alle accuse di passatismo e moralismo, ribadì che la sessualità si sviluppa anche seguendo modelli imitativi. Se il modello è accattivante ma volutamente ambiguo si rischia il plagio nel peggiore dei casi e il caos interiore nel migliore. In altre parole, la Slepoj individuò, con decenni d'anticipo, il problema delle teorie gender quando la parola gender ancora non era entrata nel dibattito. Aveva torto? A voi la risposta ma tenete conto di un dato di fatto: la serie, già riadattata, fu modificata ulteriormente in seguito alle polemiche. Certe scene furono rimontate e i dialoghi furono riscritti.
Non è certo l'unica posizione controcorrente di Slepoj. Quando scoppiò il caso di Rignano Flaminio, con le maestre accusate di presunti abusi su minori, poi chiuso da una assoluzione generale, Slepoj sottolineò, al di là della questione in particolare, una tendenza crescente: la sostanziale tolleranza della pedofilia e la forte sessualizzazione dei minori.
Nella società coglieva un «senso di morte» che spiegava fenomeni come l'abbandono dei neonati e anche il calo costante delle nascite. Certo, contava il fattore economico ma era un ulteriore aggravio di una condizione esistenziale priva di speranza.
Fu anche critica verso la legge 180, la «Basaglia», che chiudeva i manicomi e regolava il Trattamento sanitario obbligatorio. Slepoj pensava che fosse stata male interpretata e si fosse risolta in una sopravvalutazione del paziente destinata a trasformarsi in scarsa attenzione medica. Ma l'allarme sociale era innegabile e imponeva di garantire meglio i pazienti, le famiglie dei pazienti e anche il personale medico mandato allo sbaraglio. Non si trattava certo di riaprire i manicomi-lager di cui nessuno sentiva la mancanza ma di organizzare meglio la rete di più umane cooperative che ne avevano preso il posto senza avere però l'autorità per trattenere il «malato».
Autrice di pubblicazioni scientifiche e divulgative, Slepoj è
tradotta in tutto il mondo. Tra i suoi numerosi libri figurano Capire i sentimenti (Mondadori, 1996), Legami di famiglia (Mondadori, 1998), L'età dell'incertezza (Mondadori, 2008), Le nuove ferite degli uomini (Cairo, 2010).
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