La psoriasi favorisce le malattie cardiache

La psoriasi può essere una malattia molto invalidante. Le lesioni cutanee (o placche) che provoca (di solito su cuoio capelluto, gomiti, ginocchia, regione sacrale e unghie), spesse ed estese, sono causa di prurito, desquamazione e dolore. Una sintomatologia pesante che si associa ad un significativo deterioramento della qualità di vita, sia da un punto di vista fisico che psicologico. Ma non solo. Anche se minimamente estesa sulla superficie corporea, la psoriasi (patologia cronica infiammatoria della pelle e non infettiva), può essere legata a comorbilità. Diversi studi hanno infatti dimostrato che, l'essere affetto dalla malattia, espone ad una maggior incidenza della sindrome metabolica, quindi di obesità, diabete, patologie cardiovascolari (il rischio per quest'ultime è triplicato nella popolazione più giovane). Di psoriasi ne soffrono circa 125milioni di persone nel mondo e oltre 1milione e mezzo in Italia. Pazienti per i quali oggi, la ricerca studia nuovi approcci terapeutici, capaci di agire in modo più rapido e persistente nel sollievo dai sintomi disabilitanti, determinati dalla malattia. Lo sottolineano due studi clinici di fase III (Erasure e Fixture), pubblicati di recente sul New England Journal of Medicine . É stata presa in considerazione una molecola, secukinumab, un inibitore dell'interleuchina-17A, che ha rivelato elevata efficacia nel miglioramento dei sintomi della psoriasi a placche (la forma più comune): più del 70 per cento dei pazienti trattati con secukinumab 300 mg, ha raggiunto una risoluzione completa (indice PASI 100, un valore che corrisponde ad una cute completamente esente da lesioni) o quasi completa (PASI 90), delle manifestazioni cutanee, nelle prime 16 settimane di trattamento.

«La pubblicazione sul NEJM dei due studi registrativi di Fase III che dimostrano un'efficacia sostenuta nel tempo di secukinumab, è una conferma che questa terapia è ideale nella psoriasi», dichiara David Epstein, division Head di Novartis pharmaceuticals. Questi dati, che costituiscono parte della documentazione a supporto delle domande regolatorie, sono importanti, poiché le persone affette da questa malattia disabilitante, hanno un forte bisogno di terapie efficaci.

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