Puglia, il patto segreto tra centristi e sinistra

La candidata dell’Udc Poli Bortone tentata dall’accordo con i vendoliani. E i democratici moderati tifano per il Pdl. Debito record e attese infinite: lo sfascio della sanità di Vendola

Puglia, il patto segreto tra centristi e sinistra

Roma - Spira vento di sud-est, che per i marinai vuol dire aria mefitica, bizze di maltempo, malumori psicologici. Vento pugliese, visto che la cronistoria delle Regionali più avvelenate della storia trovano in Bari e nella sua stralunata campagna elettorale l’epicentro.
Una summa di quanto potrà verificarsi su scala nazionale, a partire dall’influenza che sul voto avranno le inchieste giudiziarie. Ma il cammino elettorale non comincia certo dalle inchieste, semmai da una guerra di tutti contro tutti, nel centrodestra come nel centrosinistra, animata da interessi d’affari e persino da un folto traffico di escort, come in un’ultima frontiera d’oriente nella quale sia normale attendersi la peggiore insidia dal migliore amico.
E così è stato, nel costante tentativo del Pd di affossare il nascente fascino personale del governatore. Un «Berlusconi comunista», come qualcuno ha cercato di dipingerlo: personaggio multiforme e per nulla a digiuno di politica concreta, eppure capace di tramutarsi in poeta e capopopolo, masaniello e capofila degli onesti, persino a dispetto della sua giunta falcidiata da arresti e sospetti. Nichi Vendola ha però saputo prevedere il ciclone giudiziario e volgerlo in suo favore, tanto da far dire al suo (per modo di dire) «gemello» Franco Giordano che per una volta «la politica ha preceduto i magistrati». Quando, cioè, il presidente ha rovesciato autonomamente la propria giunta «scacciando i mercanti dal tempio», come amano ripetere i fan.
Ma il governatore, mentre gli altri facevano gli affari, dov’era? Probabilmente a tessere la tela per tenere in vita il sogno di Sinistra Ecologia e libertà ed essere rieletto. Rigoglioso, tanto per fare un esempio, è stato il suo rapporto con il sindaco di Lecce ex An, Adriana Poli Bortone. Entente cordiale fatto di aiuti e contraccambi, e manifestato dalla pervicace volontà della Poli Bortone di restare in corsa, sostenuta da Udc, ben consapevole che i propri consensi rischiano di vanificare la rincorsa del centrodestra. Fino all’anno scorso, non era neppure escluso che il sindaco di Lecce, fondatrice di un movimento personale (Io Sud), potesse dare l’appoggio a Vendola. Nonostante «l’ottimo rapporto personale» vantato ancora ieri dalla Poli Bortone nei confronti di Berlusconi («lo andrò a trovare dopo il voto»).
Che dire, poi, dei veleni interni al Pd? Il tentativo di Massimo D’Alema di azzoppare Vendola sarà inscritto tra gli atti più temerari e improvvidi dell’ex premier. Persino il sindaco di Bari, Michele Emiliano, l’altro giorno ha ammesso che «a Vendola gliene abbiamo fatto di tutti i colori, ma sono pentito e gli voglio un gran bene». Un sentimento (unito alla difficoltà d’esser già sindaco) che è stato capace di mandare all’aria il piano originario di D’Alema, che aveva chiesto al popolarissimo ex magistrato barese di impegnarsi in prima persona contro il governatore. È stata la rinuncia di Emiliano a causare la frettolosa candidatura Boccia, umiliata da Vendola alle primarie del Pd. Ma ora nuovi veleni si agitano nel fronte che dovrebbe sostenere il presidente uscente, e si dice che una parte dei moderati del Pd finirà per votare Rocco Palese, che nei sondaggi tallonerebbe Vendola. Possibile un altro clamoroso harakiri? D’Alema nega: «Se Vendola vince, come io penso, noi vinciamo con lui e il Pd sarà il maggior partito di governo della Puglia: per quanto possa avere una mente arzigogolata, io non arriverei mai a certi arzigogoli. Non ho mai visto uno che si dispiaccia di vincere le elezioni... sono scemenze».

Che sia una scemenza è probabile, ma che il successo di Vendola smentisca proprio qualche arzigogolo di Massimo - l’ha definito un «leader territoriale» - è un fatto. Capace di terremotare il già terremotato partito di Bersani.

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