Puristi della tavola, dietrofront: "Il cibo biologico non è migliore"

Un rapporto della Food Standards Agency basato su 160 studi scientifici prova che l’alimentazione "naturale" non porta benefici né di salute né nutrizionali

Puristi della tavola, dietrofront: 
"Il cibo biologico non è migliore"

Care mamme, non lasciatevi ingannare. Vorrebbero convincervi che i cibi biologici sono garanzia di migliore qualità e più salutari per i vostri figli. Ma non è vero. È questa la conclusione resa nota ieri dalla «Food Standards Agency», l’agenzia governativa britannica per gli alimenti, dopo un’indagine durata 12 mesi e condotta sulla base di oltre 160 ricerche degli ultimi 50 anni.

A quanto pare il mondo bio è solo un mito, una bolla inconsistente dal punto di vista nutrizionale, ma incisiva sul fronte economico. E allora, avvertono gli inglesi, bisogna fare attenzione a chi cerca di confondere le idee, convincendo a comprare a caro prezzo frutta e verdura, ma anche carne, bevande, cosmetici e prodotti di ogni tipo perché «naturali» e, quindi, incredibilmente sani, specie se confrontati con prodotti dello stesso tipo, ma «normali». A vendere illusioni sono i mercanti di quei cibi il cui unico scopo è di aumentare il costo della vostra spesa, in media il 26 per cento in più, a loro esclusivo vantaggio. Perché «le differenze rilevate nei nutrienti contenuti nei prodotti biologici rispetto a quelli più convenzionali ci sono, ma non rilevanti al punto da incidere sulla salute dei consumatori», spiega Alan Dangour, tra i principali autori dello studio.

Il cibo biologico vorrebbe abolire gli antiparassitari. Ma i preparati chimici devono essere considerati uno strumento indispensabile per la produzione agricola sicura ed ecologicamente accettabile. Progettare di abbandonarne l’uso è innanzitutto contraddittorio se, allo stesso tempo, si mantiene l’attuale riluttanza ad accettare i prodotti geneticamente migliorati (Ogm), i soli che possano lasciare speranze, se non di abbandono, certamente di riduzione dell’uso di antiparassitari e fitofarmaci. Ma è anche suicida. In assenza di difese dall’esterno, il vegetale se lo produce da sé il proprio antiparassitario naturale, e in quantità che non tengono certo conto del fatto che i bambini quel vegetale dovranno mangiarselo. A sostenere la tesi britannica è la ricerca, fatta tempo fa in America, sulle patate biologiche: sequestrate dal mercato perché risultarono tossiche ai bambini, a causa dell’eccesso di solanina che esse producevano; e più recentemente, in Italia, i bambini di una scuola elementare si ritrovarono a masticare, assieme al riso, anche dei vermi, la cui presenza - si «difese» la ditta fornitrice - era dovuta al fatto che quel riso era, appunto, biologico. Vi dicono che la pratica biologica non usa prodotti chimici di sintesi. Ma non vi dicono che non v’è alcuna differenza tra un prodotto chimico «naturale» o di sintesi: l’aspirina che acquistate in farmacia è un prodotto chimico di sintesi, anche se può essere estratta dalla corteccia del salice (troppi salici ci vogliono per produrre una pasticca). Vi dicono che, in caso di malattia, essa viene curata coi prodotti omeopatici. Ma non vi dicono che l’omeopatia non cura alcuna malattia. Semplicemente non può farlo. L’omeopatia non ha mai curato nessuno, né pertanto mai curerebbe le eventuali infezioni di una vacca, il cui latte viene etichettato «biologico» solo perché la pratica biologica prescrive l’uso della pratica omeopatica.

Care mamme, non fatevi ingannare: dite no ai cibi biologici, pretendete dalle mense scolastiche la qualità intrinseca del cibo dato ai vostri figli, non quella di un’etichetta fumosa.

Chiedete, insomma, che i vostri figli si nutrano dello stesso cibo che voi, con la vostra sapienza, proponete loro a casa. E che il denaro pubblico speso in più per prodotti di dubbio valore diventi piuttosto risorsa per soddisfare altre e reali esigenze dei vostri figli.

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