Nessuno arriva a parlare di atlantismo di Filippo Turati, ma il convegno sul pensiero del leader socialista, svoltosi ieri al Palazzo delle Stelline, offre una visione avanzata del riformismo turatiano.
È lex sindaco Carlo Tognoli a ricordare un episodio curioso avvenuto a Palazzo Marino nel 1919, ovvero la presenza di Filippo Turati al ricevimento in onore del presidente degli Stati Uniti, Woodrow Wilson. Emilio Caldara, allora primo cittadino socialista, dedicò anche un ricevimento alla Scala a Wilson e per questo fu deferito alla direzione del partito dalla «maggioranza rivoluzionaria» della sezione socialista milanese.
Lomaggio di Turati fu un segnale di adesione alla linea Wilson, alla Società delle Nazioni e allautodeterminazione dei popoli, in anni in cui anche tra i socialisti andava di moda il massimalismo comunista e ad andare controcorrente si rischiava di finire alla gogna. Come rispolvera lintervento di Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera e relatore al convegno, «Togliatti disse che Turati era uno degli uomini più corrotti del Parlamento italiano».
Linterpretazione di Cicchitto parte da allora per arrivare alloggi: «Cera la volontà di demonizzare lavversario socialista e di distruggerlo infamandolo». Corsi e ricorsi della politica, si passa dal destino di Bettino Craxi per arrivare al fondatore del Pdl. «Luso politico della giustizia, mai abbandonato dagli eredi del Pci, è stato rinnovato contro Berlusconi» è il filo che ritesse Cicchitto.
Il presidente dei deputati Pdl insiste sulle affinità con il riformismo cattolico e propone una giornata di studi su don Luigi Sturzo: «Lui e Turati hanno elementi che vanno sviluppati».
Il convegno, coordinato da Francesco Colucci, è stato organizzato in occasione della pubblicazione del libro che raccoglie scritti di Filippo Turati, Rifare lItalia, uscito per i tipi di Talete Edizioni.
Tra gli intervenuti, Gaetano Quagliariello, Paolo Pillitteri, Mario Mauro, Stefano Caldoro e («anche la sinistra faccia un convegno su Turati e rifletta»).
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