Prima hanno ucciso Bin Laden, poi hanno sconfitto Topolino e Paperino. Ora il Team Six delle Seals è veramente pronto ad entrare nella leggenda. Addestrati per immergersi nell’oceano, paracadutarsi da alta quota e combattere su ogni terreno gli uomini della «sesta squadra non han più rivali neanche nell’insidioso territorio del marketing. Il loro nemico stavolta si nascondeva a Burbank tra i cartoni animati, gli studios e gli uffici della Walt Disney. Lì, ai piani alti dell’impero della fiction qualcuno aveva scommesso su quel pugno di «duri e puri» e si preparava a brevettarne nome ed immagine per trasformarli in serie televisive e gadget di successo. Operazione stroncata sul nascere da un blitz che ha riconsegnato ai legittimi proprietari il controllo e l’assoluta proprietà del marchio.
La battaglia è stata fulminea e la vittoria è stata salutata dagli applausi di un’opinione pubblica indignata per il tentativo di mettere le mani su un corpo considerato ormai bene nazionale. «Tanto valeva hanno scritto oltreoceano far soldi con i morti dello sbarco in Normandia». La reazione nei confronti della Walt Disney e il sostegno regalato ai «terminator» di Bin Laden sono il segnale della simpatia, dell’ammirazione e del rispetto che le forze speciali stanno riscuotendo. Non solo in America, ma anche nella meno disponibile Europa e nella «diffidentissima» Italia dove l’immagine del soldato professionista e super specializzato ha sempre suscitato un bel po’ di prevenuti sospetti e «democratiche» allergie. Oggi non è più così. E allora come dimenticare che i veri precursori delle Seals furono gli incursori della Decima Mas. Solo copiando le tecniche e i mezzi subacquei sviluppati dagli uomini del principe Junio Valerio Borghese le «Navy’s Sea Air and Land Team», create dagli americani 1941, diventarono un vera forza speciale dotate di autentiche capacità e tattiche anfibie. La vera palestra d’ardimento degli incursori americani è però il Vietnam. Tra le paludi e gli anfratti del fiume Mekong si sviluppa la leggenda dei «musi verdi» terrore dei vietcong.Ma l’imprevisto ammazza anche le leggende.
A Grenada, prima missione di guerra dopo il ritiro vietnamita, i «Seals» mandati a liberare l’isola caduta sotto controllo cubano vedono quattro dei loro uominiaffogare a pochi metri dal bagnasciuga. Subito dopo si ritrovano circondati nel palazzo del governatore che dovrebbero liberare. Sfortuna e morte sono però le naturali compagne dei soldati dell’impossibile. Lo sanno quelli di Sayeret Matkal, la punta di diamante dei reparti d’elite israeliani accompagnata dal motto «chi osa vince». Nel 1972 durante l’ operazione Thunderbolt, messa segno nel cuore dell’aeroporto d’Entebbe in Uganda, uccidono 52 nemici, liberano oltre 100 passeggeri di un aereo dirottato da terroristi palestinesi, ma lasciano sul terreno il comandante Yonatan Netanyahu, fratello dell’attuale premier israeliano. Lo sanno bene i sopravvissuti di Bravo Two Zero, la squadra di otto uomini delle Sas, (Special Air Service la più importante e famosa unità di forze speciali inglese) infiltrati all’interno dell’Irak nel gennaio 1991 per distruggere le postazioni missilistiche di Saddam Hussein. Dopo una settimana di fughe e combattimenti rocamboleschi solo uno di quegli otto super soldati riesce a sottrarsi alla cattura o alla morte.
Ma per mettere le mani su Bravo Two Zero Saddam deve sacrificare qualche centinaio dei propri soldati. Numeri eguagliati durante il cosiddetto «surge» iracheno del 2007 quando le Sas eliminano centinaia insorti seminando il panico tra le fila della cosiddetta resistenza. A condurre operazioni analoghe dietro le linee afghane ci pensano oggi, assieme a Seals e Sas, gli incursori italiani del Col Moschin, diretti discendenti degli arditi della prima guerra mondiale, e i marinai assaltatori del Teseo Tesei, nipotini della Decima Mas. Inquadrati nella cosiddetta Task Force 45 gli specialisti italiani conducono una guerra segreta e discreta di cui veniamo a conoscenza solo quando qualcosa non fila liscio.
Succede il 10 settembre dello scorso anno.
Quel giorno il tenente Alessandro Romani cade mentre assieme a una squadra di veterani del Col Moschin dà l’assalto a un covo di talebani autori di numerosi attentati. Da quel giorno tutti gli italiani lo sanno. Anche per i nostri «arditi» senza volto e senza gloria la morte è l’unica, estrema occasione di celebrità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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