Quando la ridarella è più forte del dramma

Come un virus colpisce (e imbarazza) pure principesse e premier. Ecco perché non c’è autocontrollo che tenga

Quando la ridarella  è più forte del dramma

La ridarella è come la pipì. Quando scappa, scappa. Il dramma è che, a volte, scappa perfino in momenti tragici: funerali, sciagure, minuto di raccoglimento, situazioni tristi e via angosciando. Il primo a vergognarsi - ma a frittata ormai fatta - di quel sorrisetto ebete è proprio l’autore dello sgignazzo.

Riguardarsi in video o in foto - in flagranza di risolino imbecille - è davvero imbarazzante, tanto che la jena ridens di turno avrebbe solo voglia di sprofondare sottoterra. E invece la terra rimane lì, ben solida sotto i piedi della vittima del raptus di stupidera; attorno tutti gli altri che ti lanciano sguardi di commiserazione, come a dire: «Fesso che non sei altro... che c’avrai mai da ridere?». Tu non puoi, non sai rispondere. Sai solo che è successo, anche se non doveva succedere. La risarella è comunque democratica: colpisce allo stesso modo persone comuni e vip.

L’ultima a cascarci, finendo a razzo sulle prime pagine dei tabloid, è stata due giorni fa a Londra Kate Middleton, sorpresa sorridente alla cerimonia in onore dei caduti. In ossequio forse al tradizionale sense of humor inglese, il Daily Mail ha tentato una disperata difesa della duchessa di Cambridge, attribuendo la gaffe ridanciana a una battuta di quella spiritosona di Sophie, la contessa di Wessex, moglie dello zio Edoardo, ultimogenito della Regina Elisabetta. E dire che la povera Kate era, per l’occasione, esteticamente impeccabile: vestita di nero in un cappottino a doppio petto («di Diane von Furstenberg», precisano - con gusto per la «marchetta» - le locali croniste di moda ndr) e con una spilla a forma di due papaveri scarlatti in memoria dei morti per la patria.

Insomma, 10 e lode per il look da lutto, ma zero spaccato per il self control. Idem per il duo comico Merkel-Sarkoz(elig) che, dinanzi alla domanda: «Berlusconi vi ha dato garanzie per la risoluzione della crisi economica in Italia?», hanno pensato bene di scambiarsi in mondovisione un risolino complice.
E che dire del centrocampista della Fiorentina, Riccardo Montolivo, beccato a sogghignare durante il minuto di silenzio in onore delle vittime dell’alluvione in Liguria e Piemonte? Rivedendosi in tv, il calciatore viola è diventato viola di vergogna: «Non ci sono giustificazioni per un gesto così inopportuno, perciò mi scuso con tutte le persone che si sono sentite offese e mi stringo a tutti coloro che hanno vissuto questo terribile dramma, specialmente ai familiari delle vittime».

Di scusarsi, invece, non ci hanno mai pensato i protagonisti di altri «celebri» sorrisi assolutamente fuori luogo. Ma qui il discorso si fa diverso, perché parliamo di gente che si è macchiata di delitti terribili. Ricordate, ad esempio, il sorriso beffardo di Pietro Maso davanti ai giudici che lo hanno condannato per l’omicidio dei genitori? E il ghigno allucinato di Angelo Izzo, il «mostro del Circeo», al momento dell’arresto? E l’espressione gioiosa di Amanda Knox nell’aula del tribunale di Perugia per il delitto di Meredith?

E Annamaria Franzoni, la mamma di Cogne, che si fa fotografare dai rotocalchi come se partecipasse a una festa?
Ma per tutti queste risate - apparentemente deprecabili - arriva l’assoluzione degli psicologi che spiegano come le «espressioni ilari in contesti tragici non sono manifestazioni anomale, ma normali. E che, al limite, denotano solo una scarsa maturità e padronanza emotiva». La stessa «scarsa padronanza emotiva» che colpì il presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, fotografato mentre rideva tirando fuori la lingua nella Chiesa di S. Maria degli Angeli durante i solenni funerali dei tre caduti nell’attentato a Nassiriya del 27 aprile 2006.

Successivamente i Verdi con un comunicato parlarono di «una grave strumentalizzazione messa in piedi per attaccare il presidente Alfonso Pecoraro Scanio» e di «indegna campagna per mettere in dubbio il dolore autentico e sincero dei Verdi per le

vittime dell’agguato di Nassiriya. Negare l’onestà dei sentimenti del presidente dei Verdi è profondamente offensivo ed è una forma di imbarbarimento del confronto politico e dell’informazione». Che facciamo, ci ridiamo su?

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