Il tormento di Maïwenn è la famiglia. Per esteso, l'amore. E andrebbe scritto con la maiuscola per non personalizzare. Jeanne du Barry, la cortigiana favorita del re, viene dal substrato popolare e scala un primo gradino dell'ascesa sociale con un matrimonio strategico, sposando il duca Du Barry. Sarà lui a introdurla a Versailles, dove la donna riesce a catturare le attenzioni del sovrano che studierà per lei un «matrimonio» fittizio e il dono di un diadema di diamanti come simbolo. La tentata affermazione si rivelerà soltanto abbozzata, perché la favorita sarà destinata a sparire dopo la morte del re protettore, finendo per essere una delle vittime della Rivoluzione.
Guardando Jeanne in controluce s'intravvede Maïwenn e la scelta della regista di impersonare la duchessa è pertinente e strategica. Come quest'ultima, la protagonista «regnerà» lo spazio di un amore, breve come il volo di una farfalla e come nel suo stesso passato. Nata in una famiglia di attori e in dissidio con i genitori - da qui la scelta di usare a scopo artistico il solo nome di battesimo escludendo il cognome (Le Besco) e quindi le radici - Maïwenn vive un legame di pochi anni con Luc Besson che in Leon descrive proprio la parabola di quel sentimento, per poi essere lasciata a beneficio di Milla Jovovich a fianco della quale recitava ne Il quinto elemento. Il successivo legame non è stato più fortunato, due anni e un figlio.
Il suo cinema appare così fortemente influenzato e autoreferenziale per larghi tratti, da Mon roi a DNA - Le radici dell'amore, e tale si conferma in questo Jeanne du Barry in cui l'inseguimento a un legame consolidato viene rimarcato attraverso nuove dissoluzioni familiari.
Il film - che ha aperto l'ultimo festival di Cannes fuori concorso - è raffinatissimo e mostra un sovrano (Johnny Depp) proveniente anch'egli da una famiglia disintegrata più reale che cinematografica. Appariscenti i costumi, attenta e precisa la sceneggiatura con la saldatura tra storia, politica e cinema. Dedicato ai buongustai delle une e dell'altro.
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