Quei giovani in coda per un Bacio

Per la "Notte dei musei", boom di affluenza alla Pinacoteca eccezionalmente aperta fino all’una. Un evento che si potrebbe proporre ancora, per rilanciare un sito che ha perso 50mila visitatori

Erano davvero in tanti, la scorsa notte, a fare la coda sul loggiato della Pinacoteca: coppiette appena uscite dal ristorante, giovani che hanno cambiato programma alla solita movida di Brera, famigliole a spasso per il gelato del sabato sera. Tutti in fila ad aspettare con pazienza il proprio turno per accedere alle sale del museo, incuranti del fatto che fosse ormai quasi mezzanotte. Eppure non c’erano eventi spettacolari ad attendere quella folla notturna, come avviene durante le serate clou del Fuorisalone o come, alcune settimane fa, è accaduto per la notte bianca di Brera quando venne inaugurata la splendida illuminazione della facciata, e il cortile napoleonico fu acceso da una girandola di caleidoscopiche proiezioni. Nessun vernissage, nè sfilate, nè vip da osannare, stavolta. L’unico evento eccezionale era la Pinacoteca stessa, aperta per una volta fino alla una di notte in adesione alla festa dei musei europei. Il concerto dell’orchestra Verdi tenutosi per l’occasione nella cornice della mostra su Francesco Hayez era già terminato da un pezzo, ma la gente continuava a salire lo scalone del vecchio museo per passare una serata diversa dal solito drink o dallo struscio tra i cartomanti a lume di candela. Dopo la grandeur della Milano formato design, ecco un altro esempio di quanto basta poco cambiare volto a una città e di come spesso i contenitori, i famigerati «spazi», siano un problema secondario quando esistono i contenuti e una maniera alta per proporli. Peccato che il magico piacere di concludere la serata davanti al Bacio di Hayez o allo Sposalizio della Vergine di Raffaello, sia stato solo per una volta. Peccato che non si trovi il modo di trasformare in appuntamento fisso un «evento» che, a giudicare dall’entusiasmo della scorsa notte, farebbe certamente crescere l’appeal di un luogo poco amato dagli stessi milanesi e soprattutto dai giovani. Secondo gli ultimi dati Mibac diffusi dal Giornale dell’Arte, la nostra Pinacoteca è scesa nel 2010 dal 17mo al 25mo posto tra i musei più visitati in Italia con 286.832 visitatori, perdendone oltre 50mila rispetto all’anno precedente, sorpassata persino dal Museo di Santa Giulia di Brescia (304mila) e dal Museo del Cinema di Torino (525mila). Si potrebbe allora ripartire proprio dai giovani per rilanciare il museo anche in assenza di quella «Grande Brera» che, a un anno dalla stipula dell’accordo di ampliamento, resta ancora un progetto fermo. È evidente come, in un momento di tagli alla cultura, possa risultare difficile e «impopolare» proporre forfait straordinari per il personale di custodia dei musei.

Ma è altrettanto vero che in un caso eccellente come quello di Brera, luogo di capolavori inestimabili e posizionato in quartiere altamente frequentato dai giovani soprattutto la sera, non dovrebbe essere impossibile trovare qualche sponsor ad hoc, così come è stato fatto per il Museo del ’900, senza contare i valorosi volontari del Touring. Basterebbe anche una volta al mese.

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