Quei giovani vecchi (e soprattutto saggi)

Dalla collezione a km 0 di Curradi (i modelli respirano ossigeno dalle orchidee) alle divise militari di Lardini

diFirenze «I giovani hanno bisogno di soldi e ordine ma non hanno nessuno dei due» dice Marco Palmieri, amministratore delegato di Piquadro che ha prodotto la canzone natalizia Holiday di Emma Morton. L'artista di origini scozzesi trapiantata da tempo in Toscana, non riesce infatti a sfondare pur avendo una voce meravigliosa che l'ha portata a essere una delle più apprezzate concorrenti di X Factor. Lo stesso tipo d'intervento definibile all'americana «tutorship» viene fatto a tappeto nel mondo della moda con risultati difficilmente codificabili perché non basta essere giovani per avere talento, molto spesso ci vuole la gavetta e un serio bagno di umiltà. Esemplare in questo senso la storia di Federico Curradi, guest designer di Pitti Italics che ieri sera ha presentato in forma statica una stupenda collezione prodotta a chilometro zero. Fiorentino doc, il quarantenne stilista ha esordito giovanissimo nell'ufficio stile di Scervino dove ha passato cinque anni a capire di cosa parliamo quando parliamo di jeans. Poi è andato da Cavalli e infine da Iceberg dove ha sviluppato un vero talento per la maglieria. Per la prima collezione che porta il suo nome ha immaginato uno scenario post atomico dove i modelli sono costretti a respirare in una bombola contenente orchidee e tralci d'edera, ma quantomeno sono vestiti benissimo, con camicie e perfino cappotti in pashmina doppiata di seta, grandi maglioni e un'elegante palette cromatica di blu, marrone, petrolio e azzurro pavone. Molto ben riuscita anche la capsule di Colmar Originals affidata alla diversa creatività di Christian Pellizzari, 34 anni, da 5 sulla scena della moda e il duo emergente Comeforbreakfast composto da Antonio Romano (anima creativa del brand) e Francesco Alagna (quello con le competenze commerciali). Diversi come il giorno e la notte pur essendo tutti in piumino e prodotti dalla storica azienda di abbigliamento sportivo, i sei pezzi presentati al Teatro dell'Opera di Firenze fanno parte di un progetto pomposamente chiamato «The Future Generation». Stessa operazione anche se più in grande quella che Mini ha titolato The Latest Fashion Buzz per celebrare lo stretto legame tra la casa automobilistica e lo stile. Tra i sei giovani designer selezionati da un concorso promosso a livello internazionale, alcuni erano dediti al «famolo strano», altri erano interessanti e uno davvero bravo. Stiamo parlando di Alexis Giannotti, italiano anche se la sua famiglia da sei generazioni risiede nel Principato di Monaco, capace di fare le cose normali in modo molto speciale per il suo marchio battezzato Omogene. Tutt'altro mondo ma un gran bel mondo nello stand di Cucinelli, dove l'imprenditore filosofo, 62 anni portati da Dio ti racconta di aver guardato alle sue vecchie giacche e di aver capito che bastata cambiare modo di portarle per distillare l'essenza della modernità. «A far la differenza sono i pantaloni» spiega mostrandoti quelli da jogging in cashmere sotto al blazer doppiopetto, e i jeans grigi rammendati ad arte sotto alla classica tre bottoni in grisaglia.

Stupenda a dir poco la collezione Lardini con un omaggio filologico alle divise militare: dal peacot dei cadetti di West Point all'alta uniforme della marina americana passando per la giacca dell'armata Russa. Il tutto confezionato con la storia del capo stampata all'interno e con una cura dei dettagli che davvero non ha età.

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