Dopo quella di Consorte scoperta un’altra maxi speculazione: 300 manager Coopservice con 42 milioni in Lussemburgo. Tra i beneficiari Rinaldini, dirigente Legacoop Coop rosse, spunta un «tesoretto» all’estero

La cooperativa emiliana possiede la maggioranza di Servizi Italia, società da poco quotata in Borsa

da Milano

Il caso Consorte-Unipol ha fatto scuola nel mondo delle cooperative rosse, l’ebbrezza di forti e rapidi guadagni nei paradisi fiscali non riguarda più pochi manager di Legacoop ma ha contagiato addirittura 300 fra amministratori e soci di Coopservice, colosso di Reggio Emilia con cinquemila soci e 400 milioni di fatturato, che possiede il 60 per cento di Servizi Italia, società quotata in Borsa da tre giorni. Proprio questo collocamento ha fruttato ai 300 lungimiranti cooperatori la somma di 42 milioni di euro in Lussemburgo, un «tesoretto» esentasse assai vicino ai 50 milioni che l’ex presidente di Unipol Giovanni Consorte aveva messo da parte all’estero.
La maxi-speculazione è stata rivelata ieri dal Sole24Ore e, sia pure con meno particolari, dal quotidiano L’Informazione di Reggio, quello che esattamente un anno fa scoprì la donazione dei coniugi Prodi ai figli. I 300 in questione sono soci della finanziaria lussemburghese First Service Holding e quasi tutti anche di Coopservice. La Fsh, costituita due anni e mezzo fa, ha in carico circa cinque milioni di azioni Servizi Italia (il 40 per cento del capitale) trasferite alla vigilia della decisione di entrare a Piazza Affari al prezzo unitario di 1,149 euro. Ma il collocamento, eseguito con la consulenza di Unipol Merchant, è avvenuto a 8,5. La Fsh dunque ha realizzato una plusvalenza di 36,5 milioni.
Tra i beneficiari (per la quasi totalità persone fisiche) c’è Pierluigi Rinaldini, presidente di Coopservice e Servizi Italia e membro della direzione nazionale di Legacoop. Nella lista figurano anche la stessa Coopservice, che ha il 16,4 per cento della finanziaria lussemburghese, e altri pezzi grossi delle due società: Luciano Facchini (ex consigliere di Coopservice ed ex direttore generale di Servizi Italia), Barbara Piccirilli (vicepresidente della prima e consigliere della seconda), Enea Righi e Ilaria Eugeniani (rispettivamente amministratore delegato e consigliere della quotata). Gli altri nomi sono sconosciuti.
Nessuno sapeva di questa operazione fino all’altro giorno, quando è stato pubblicato il prospetto informativo di Servizi Italia. Coopservice acquistò Servizi Italia nel 2002, ma nel 2004 la cedette alla controllata Aurum, posseduta al 100 per cento. Un anno dopo, mentre si era già affacciata l’ipotesi della quotazione, Aurum passò il 43 per cento di Servizi Italia alla Fondazione Manodori a 1,11 euro per azione con un’opzione di riacquistare il 40 per cento a 1,149 euro. Presidente della Manodori (nata dalla Cassa di risparmio di Reggio Emilia e ora azionista di Capitalia) è Antonella Spaggiari, ex sindaco Ds nonché responsabile delle cooperative di servizi della Legacoop reggiana.
Aurum esercitò il diritto di riacquisto nel settembre dell’anno scorso in nome e per conto di Fsh, finanziaria costituita a fine 2004 nel Granducato, la quale divenne così proprietaria del 40 per cento di Servizi Italia mentre il restante 60 era ancora in mano a Coopservice. Al termine di questo complicato domino si arriva al collocamento in Borsa, con il prezzo fissato a 8,5 euro per azione: Fsh incassa 13,1 milioni di euro da Aurum (che si era impegnata a rilevare da Fsh un milione e mezzo di titoli al futuro prezzo di quotazione) e altri 28,9 milioni dall’offerta pubblica di vendita. Totale 42 milioni di euro che, a fronte di un esborso di 5 milioni e mezzo, si traduce in una plusvalenza di 36,5 milioni. La quota di Rinaldini, che avrebbe il 3 per cento di Fsh, sarebbe pari a 1,3 milioni; idem per Facchini.


L’altro pomeriggio la direzione Legacoop di Reggio ha convocato una riunione urgente che ha espresso netto dissenso dall’operazione, accusando i vertici di Coopservice di essere venuti meno ai principi mutualistici della cooperazione.

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