Però quella farfalla è la specialità della casa

Capisco, e quasi condivido, le osserva­zioni di Cristiano Gatti sull’esibizione sanremese di Belén. Vorrei solo aggiungere che la gentile signora non è stata ingaggiata dagli organizzatori per le sue doti artistiche

Però quella farfalla  è la specialità della casa

Capisco, e quasi condivido, le osserva­zioni di Cristiano Gatti, giornalista di ran­go, sull’esibizione sanremese di Belén che ha sollevato scalpore e non soltanto scalpore. Vorrei solo aggiungere,per com­pletezza d’informazione, che la gentile signora non è stata ingaggiata dagli organizzatori per le sue doti artistiche, oratorie e dialettiche, ma solo perché è una splendida ragazza alla quale la natura ha donato for­me tali da catturare l’attenzione di chiunque apprezzi la bellezza femmini­le, che è cosa diversa dal fasci­no.

A Belén la Rai ha chiesto di mo­s­trarsi e lei, in ossequio alle clausole contrattuali, si è mostrata al meglio del­le sue possibilità. Non avendo licenza di de­nudarsi in un contesto quale quello festivalie­ro, ha avuto non dico un colpo di genio, ma un tocco di malizia, e con abile gesto della mano ha scostato il vestito all’altez­za dell’inguine ­ lato destro, mi sembra offren­do alle teleca­mere la farfalli­na. Ha cioè por­to il meglio di sé.

Ti rivolgo una domanda, caro Cristiano: che sarebbe mai codesta fanciulla se non avesse la farfalli­na nel suo patri­monio? Non stu­pida, lei sa di averla, sa altresì quanto valga ai fini di attizzare, quanto­meno incuriosire, e se ne è servita. Che cos’altro avrebbe potuto fare, pove­ra figlia, per esse­re all’altezza del­le attese? Canta­re? Per l’amor di Dio. Ballare? Non era il caso. Recitare Shake­speare? Non scherziamo: co­sa volete che im­porti del Bardo a chi ha una bella farfalla e a chi ce l’ha sempre in te­sta?

Questo tipo di discussione, ammetto, mi imbarazza un po’: temo di passare per un soggetto affetto da erotomania senile. Pe­rò mi preme dire che Belén non ha colpe. Lei è lei, e chi l’ha as­sunta per le serate di Sanremo era al corrente delle sue speciali­tà, tra l’altro esaltate in un filma­to circolante su Internet, molto cliccato, in cui si vede la ragazza darsi da fare onde assecondare in vari modi il proprio fidanza­to. Ciò induce a pensare che il servizio pubblico fosse consape­v­ole in partenza di non scrittura­re un’educanda. E allora di che stupirsi? Inoltre va sottolineato che la giovin donna non si è com­­portata sul palcoscenico del­l’Ariston in maniera diversa da come fan tutte. Mi riferisco, in particolare, agli atteggiamenti e alla scelta dell’abbigliamen­to. Infatti, l’esposizione della farfalla e del solco gluteo non è una stravaganza né una forzatu­ra, bensì una consuetudine dive­nuta costume.

L’Italia è una vetrina di parti intime. Le ragazze indossano jeans che cominciano o termi­nano, a seconda dei punti di vi­sta, sotto l’ombelico. E, quando si chinano o, peggio, si inginoc­chiano, ti sbattono in faccia ciò che le mutandine dovrebbero celare se le mutandine stesse non fossero state bandite dalle usanze. Cosicché, le chiappe al vento sono ormai la norma, ose­rei dire una moda irrinunciabi­le per le nuove generazioni, sia femminili sia maschili.

Insomma, l’estetica del disgu­sto non prevale soltanto al Festi­val, ma in tutto il Paese (non esclusivamente il nostro).

D’al­tronde, la gnocca da alcuni an­ni, per motivi imperscrutabili, è centrale rispetto anche alla vita politica:non si parla d’altro per­fino nei tribunali, nei talk show televisivi, sui giornali sedicenti seri. Quindi, perché prenderse­la con Belén (e i suoi mentori) perché non ha fatto mistero di avere una gran farfalla? 

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