Quelle morti eccellenti nella storia d'Italia

La storia d'Italia è costellata da morti sulle quali spesso non si è indagato fino in fondo.

Quelle morti eccellenti nella storia d'Italia

La storia d'Italia è costellata da morti sulle quali spesso non si è indagato fino in fondo. Casi che ancora oggi destano stupore e chiedono giustizia. Adele Marini decide con questo suo accurato saggio di riaprire le indagini sulle circostanze misteriose in cui sono deceduti Anita Garibaldi, Ippolito Nievo, Camillo Benso Conte di Cavour, il Generale Alberto Pollio, Giacomo Matteotti, Antonio Gramsci e Italo Balbo. Sette personaggi illustri che risultarono in qualche modo scomodi e pericolosi e per questo vennero eliminati. «Alcuni di questi omicidi eccellenti - spiega la Marini - hanno cambiato il corso della storia, talvolta legandosi ad altri omicidi e ad altri ancora, in un fluire incessante di eventi nefasti. Quello che più mi ha colpito di questa sottile linea rosso sangue, che congiunge i fatti salienti della storia, è che tutti questi eventi luttuosi hanno un denominatore comune: sono chiaramente ma indimostrabilmente strumentali. Come se chi li ha commessi avesse voluto lanciare messaggi di sfida alla storia».

Le ricostruzioni inserite in questo percorso vengono proposte con uno stile che ha la forza della non fiction novel (già frequentata in precedenza dalla giornalista lombarda in opere noir di ambientazione contemporanea come Naviglio blues, Milano sola andata e A Milano si muore così) che permette alla narrazione di essere incisiva e appassionante. L'aspetto inquietante degli episodi riportati, schedati, studiati, sezionati in un periodo di quasi un secolo, fra il 1849 e il 1940, è che mettendoli in fila la Storia d'Italia dall'Unità in poi appare come «un vero cimitero nel quale fatti oscuri e azioni inconfessabili di personaggi pubblici, politici soprattutto, ma anche imprenditori, funzionari, economisti, magistrati, faccendieri e barbe finte, sono sepolti sotto omissis e apposizioni di segreto di stato, proscioglimenti e pronunciamenti di non luogo a procedere, tutto in una democratica mescolanza di coinvolgimenti consapevoli e inconsapevoli, di complicità, menzogne, insabbiamenti e fantasiosi depistaggi».

E così, di volta in volta, scopriamo come Antonio Gramsci cadde da una finestra per lui impossibile da raggiungere se avesse voluto suicidarsi, come venne strangolata o soffocata Anita Garibaldi, perché venne abbattuto il trimotore pilotato da Italo Balbo, come si svolse il naufragio del vascello a vapore Ercole a bordo del quale viaggiava Ippolito Nievo (probabilmente causato dallo scoppio di un ordigno piazzato a bordo della nave). Adele Marini è consapevole che a distanza di anni ci siano prove inequivocabili lasciate dagli assassini e che vadano per questo trovate per poter ricostruire i fatti. Si tratta di indizi che neanche il tempo ha cancellato.

E la «riscrittura noir» di certi eventi storici come se fossero dei cold case permette all'autrice di analizzare ogni vittima come se fosse il protagonista di un romanzo poliziesco: «Dietro ciascun episodio c'è la volontà di arrivare a una soluzione del caso, proprio come nelle indagini di polizia, attraverso la ricerca delle prove o l'analisi degli indizi effettuate il più possibile sulle fonti primarie: i documenti ufficiali, le testimonianze dei contemporanei e le sentenze dell'epoca, senza trascurare gli articoli apparsi sui quotidiani e le ricostruzioni degli autori che hanno trattato gli eventi nei loro saggi. Tutto allo scopo di gettare ponti fra personaggi, episodi e circostanze, per riannodare il fil rouge che lega il passato ai fatti che tanto ci meravigliano oggi».

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