L'aria è cambiata e questa può essere davvero la volta buona per il ritorno dell'elezione diretta delle Province. «Penso che la grande differenza tra l'attuale legislatura e la precedente sia di aver sfondato questo muro», commenta il presidente dell'Unione Province Lombarde e della Provincia di Monza e della Brianza Luca Santambrogio. «C'è un'apertura sia nelle parole del ministro Roberto Calderoli che nelle iniziative parlamentari portate avanti dai singoli gruppi. Vedo una spinta verso l'elezione diretta e ormai in tal senso c'è anche una linea convergente tra i vari presidenti di Provincia, senza differenze tra centrodestra e centrosinistra».
Presidente Santambrogio, perché è così importante reintrodurre l'elezione diretta?
«Innanzitutto l'incoronazione popolare darebbe più forza al presidente della Provincia. Attualmente siamo visti come enti di secondo piano, mentre il voto restituirebbe piena dignità al nostro ruolo politico. Ma un'eventuale riforma non deve fermarsi a questo, serve il riordino degli enti locali con il ritorno delle funzioni e delle risorse sia economiche sia di personale».
Che oggi non ci sono?
«Il personale lo avevamo ed è stato ceduto in parte ad altri enti. Dimostrando, tra l'altro, che a livelli superiori costava di più che alle province, che con la legge Delrio hanno subito tagli agli organici del 50 per cento. Ma in Lombardia le Province sono state più fortunate, visto che la Regione, comprendendo di non riuscire a coprire certe funzioni, le ha delegate nuovamente a noi, girando fondi per pagare il personale e le attività: una boccata d'ossigeno».
La Lombardia può essere dunque il modello nazionale?
«Sicuramente potrebbe esserlo per le funzioni, ma ci sono molti dettagli sugli organi per cui lavorare, come capire se verrà reintrodotta la giunta con tre o quattro assessori o se saranno proporzionali al numero degli abitanti».
Quindi spera nella riconferma di Attilio Fontana alla presidenza di Regione Lombardia per continuare questo percorso?
«Come presidente dell'Upl mi sono trovato benissimo a lavorare con lui. Quando una cosa funziona è meglio che vada avanti, anche se sono pronto a dialogare con chiunque vincerà le elezioni regionali. Spero solo che il tema sia dibattuto in campagna elettorale, perché in questi anni le Province sono servite molto in Lombardia anche con la delega sul lavoro e sono arrivate dove la Regione non sarebbe riuscita ad arrivare. Qui hanno dimostrato di essere quell'ente intermedio che serve tra Comune e Regione».
Ma quanto costerebbe reintrodurle con un assetto più funzionale?
«Nella mia zona avremo tre elezioni in pochi mesi tra comunali, politiche e regionali. Non capisco quindi perché le Province debbano essere quel voto in più che va a scardinare quel sistema di costi».
Molti sostengono però il contrario.
«Le spese delle elezioni provinciali sarebbero assolutamente ridotte, soprattutto se saranno accorpate alle amministrative e visto che
le Province sono molto più vicine ai Comuni che alle Regioni. E magari si potrebbe pensare a una prima e unica tornata per tutte le 77 Province rimaste in Italia, così da ripartire in maniera coordinata. Non sarebbe male».
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