Giornata contro la violenza sulle donne, Mattarella: "No all'indignazioni a intermittenza"

Il presidente della Repubblica ha parlato di piaga che non si riesce a guarire nonostante gli sforzi e si è anche espresso sulla Convenzione di Istanbul definendola passaggio decisivo

Giornata contro la violenza sulle donne, Mattarella: "No all'indignazioni a intermittenza"
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“Quando ci troviamo di fronte a una donna uccisa, alla vita spezzata di una giovane, a una persona umiliata verbalmente avvertiamo che dietro queste violenze c'è il fallimento di una società che non riesce a promuovere reali rapporti paritari tra donne e uomini". Con queste parole il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non lascio spazio all’interpretazione sul senso di sconfitta che pervade la nostra comunità per ogni donna strappata alla vita.

In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, Mattarella ha scritto un messaggio che non poteva non partire dai recenti fatti di cronaca come il barbaro omicidio di Giulia Cecchettin, la 22enne veneta ammazzata per mano dell’ex fidanzato, Filippo Turetta. Nella nota emanata dal suo ufficio stampa, il capo dello Stato ha parlato della violenza di genere come di un male che affonda radici profonde o meglio ancora di una piaga che è difficile da guarire nonostante i numerosi sforzi che sono stati fatti fino a oggi: “Abbiamo bisogno del lavoro delle Istituzioni, delle associazioni, del mondo produttivo, della scuola, della cultura, del contributo di ciascuno, per sradicare un fenomeno che tradisce il patto su cui si fonda la nostra stessa idea di comunità".

Il presidente della Repubblica ha lanciato un appello per un rinnovato impegno per un lavoro costante e sinergico da parte di tutti gli attori sociali dato che il numero di donne vittime di aggressioni e sopraffazioni è denuncia stessa dell'esistenza di un fenomeno non legato soltanto a situazioni anomale. A contrastare tale fenomeno, secondo il capo dello Stato, non è possibile "una indignazione a intermittenza". Mattarella si è anche soffermato sul cambiamento culturale di cui si è sentito parlare tanto in questi ultimi giorni da parte di Elena Cecchettin, sorella di Giulia: "Siamo lontani dal radicamento di quel profondo cambiamento culturale che la nostra Carta costituzionale indica. Un percorso in cui le donne e gli uomini si incontrano per costruire insieme una umanità migliore, nella differenza e nella solidarietà, consapevoli che non può esserci amore senza rispetto, senza l'accettazione dell'altrui libertà. Una via in cui le donne conquistano l'eguaglianza perché libere di crescere, libere di sapere, libere di essere libere”.

Nella parte finale del suo comunicato, il presidente ha anche citato la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne a cui ha aderito l’Unione europea.

Secondo Mattarella, il trattato è segno importante di una visione universale per l’autodeterminazione e l’uguaglianza dei diritti delle donne, nonché un passaggio decisivo nel delineare il quadro degli interventi per sradicare il cancro della violenza.

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