La radioterapia è un’arma vincente

In Italia i centri radioterapici per la diagnosi e la cura di un tumore sono insufficienti, soddisfano al massimo il 70-80% del fabbisogno totale. «Alcune regioni hanno poche attrezzature,in altre queste sono in parte obsolete, poche sono quelle che riescono a soddisfare le esigenze di tutti i pazienti con liste di attesa accettabili, cioè 15-30 giorni». Ermanno Emiliani, già presidente della Associazione Italiana di Radioterapia Oncologica (Airo) , primario radioterapista all'ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna, da più di trent'anni si batte per la diffusione in tutte le regioni dei Centri di radioterapia.
«I risultati che si ottengono con la radioterapia - precisa - sono buoni. Si ha la remissione della malattia mediamente nel 40-45 per cento dei casi e poche sono le recidive. In molte forme neoplastiche si registrano dati ancor più confortanti: per i tumori cutanei si ha la guarigione nel 90-95% dei casi, nel 80% per le neoplasie della laringe, nell'80-90% per le forme al testicolo, nell'80-90% per i linfomi. Nel caso di metastasi vertebrali la radioterapia distrugge le cellule neoplastiche eliminando la compressione del midollo spinale. Quando le liste di attesa sono troppo lunghe e vi sono casi urgenti che non possono aspettare - afferma Emiliani - si fa il possibile per anticipare il loro trattamento. Ciò avviene per due patologie specifiche: la sindrome mediastinica, che si verifica quando una serie di ghiandole linfatiche invase da metastasi s'ingrossano, comprimendo così i vasi del cuore, con rischio di morte imminente per il paziente e le metastasi vertebrali, che vanno a comprimere il midollo, causando deficit neurologici che arrivano fino alla paralisi».
I tumori alla prostata sono in grande aumento per l'invecchiamento della popolazione e gli accertamenti diagnostici ben più diffusi (esame del Psa). Nell'80% dei casi iniziali si ha la guarigione senza complicanze come l'impotenza e l'incontinenza.
«Nel nostro reparto, secondo in Italia per trattamenti con brachiterapia - precisa il dottor Massimo Del Duca, radioterapista del team di Emiliani - abbiamo trattato negli ultimi otto anni 50 pazienti all'anno per carcinoma alla prostata. Nell'88% dei casi si è ottenuto la remissione della malattia».
Molti conoscono i risultati ottenuti con la chirurgia e la chemioterapia, misconoscono le potenzialità della radioterapia che,associata alla chirurgia ed alla chemioterapia, permette un gran numero di guarigioni. La radioterapia consente oggi di colpire efficacemente i tumori senza danneggiare i tessuti sani. Secondo l'oncologo americano Vincent De Vita oggi guariscono dal cancro 45 malati su 100. Di essi, 22 grazie alla chirurgia, 18 con la radioterapia, 5 con i farmaci della chemioterapia. Per questo dovrebbe crescere il numero dei Centri radioterapici. Secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità ne occorre uno ogni mezzo milione di abitanti con almeno tre Acceleratori Lineari. Ancora oggi in molte regioni italiane i malati sono costretti a lunghi pellegrinaggi per la diagnosi e la terapia neoplastica.
Passiamo ai costi. Le apparecchiature per la radioterapia sono indubbiamente costose. Per un acceleratore lineare occorrono oggi 2-3 milioni di euro, ma queste risorse si ammortizzano negli anni. «Nel mio reparto - ricorda il dottor Emiliani - è in attività dal 1993 un acceleratore che per 17 anni ha trattato oltre 600 pazienti ogni anno. Il costo per paziente è quindi di 280 euro, assai competitivo rispetto alla chemioterapia».
Negli ultimi 5 - 10 anni, i progressi della radioterapia, grazie allo sviluppo dell'informatica, sono stati ben superiori alle attese. «Oggi i trattamenti sono tutti personalizzati, scelti in funzione delle specifiche esigenze del paziente. Si studia il programma di intervento e poi, in totale sicurezza, si impiegano le apparecchiature computerizzate collegate ad una Tac dedicata che consente di individuare il tumore con elevata precisione. In pratica, sotto controllo radiologico, in tempo reale, si localizza rispetto all'anatomia del paziente il volume da irradiare e gli organi vicini da rispettare».


I grandi progressi della radioterapia non sarebbero stati possibili senza il lavoro di squadra: l'interdisciplinarietà e la stretta collaborazione tra radioterapisti, fisici sanitari, chirurghi, oncologi e specialisti d'organo è stata premiante.















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