Lloret de Mar - Bandiera blu per le sue spiagge, codice rosso per quello strano mostro, la trasgressione, che, da un po’ di tempo, divora peccati e peccatori. Il paese dove si muore di movida sta a settanta chilometri da Barcellona. Bisogna entrarci, a ogni costo. Meglio se il costo è un low cost di una qualsiasi compagnia aerea. Perché nella scatola assordante di Lloret De Mar, lo sballo è assicurato. Di giorno, come di notte. Come all’alba. Tra le cinque e le sei, per esempio, se vai sul Passeig Maritim, il lungomare, sai che puoi fare incontri terribili. Ma, se vuoi fare incontri terribili, che lascino il segno nel cuore (quando va bene) o nel corpo, o nel cervello (quando va male), allora ci vai apposta. Come ci vanno apposta decine e decine di questi ragazzi che mi stanno attorno mentre scrivo queste righe per nulla affascinato dal luogo in cui mi trovo. Decine e decine di ragazze con l’identica uniforme balneare ridotta ai minimi termini. Stessi sorrisi, stessa carica. Quella carica che è fin troppo carica. Stessa voglia di viaggiare oltre i limiti di velocità. Talvolta con la fantasia, talvolta con il primo che si incontra. Per questo motivo, senza che nessuno si scandalizzi, non c’è nulla di strano che Federica sia sparita proprio qui. In questa scatola vuota e assordante, vanto della Costa Brava. E non c’è nulla di strano che Federica, come tutte le altre e gli altri che passano di qui abbia percorso gli stessi itinerari che seducono tutti. Anime nere e anime candide. Magari lavate con l’acqua e sapone di paesini come San Giorgio delle Pertiche, lontani anni luce da qui. A Lloret ci sono abituati alla gente che sparisce. Gli uomini dei Mossos d’esquadra, la polizia catalana, vascheggiano per le calle più affollate, vigilano. Ma fingono di non vedere se qualcuno vomita per strada, barcolla o si stende sulla spiaggia per smaltire una sbornia o qualcosa di più. Di solito non si preoccupano. Prima o poi, le ragazze e i ragazzi che spariscono ritornano. Sarà per questo che, sulle prime, diciamo la verità, l’hanno presa sottogamba la vicenda della chica italiana desapereguda. Sarà. Ma Federica, dopo sette giorni, non è ancora ricomparsa. Sarà un altro caso ma, la stessa notte in cui si sono perse le sue tracce, una giovane olandese di 17 anni, offuscata da quello che aveva ingurgitato, è caduta da un balcone dello stesso hotel, il Flamingo, in cui Federica alloggiava con l’amica Stefania. Sarà un altro caso ma, il giorno prima, una ventenne inglese era volata dal sesto piano di un altro albergo di Lloret ed è ancora in coma. Strani episodi. Che si sommano ad altri inquietanti segnali di cui mi riferisce il barman del Dream Café: il tam tam delle tv e delle radio locali che mettono in guardia i giovani dal bere, in certe discoteche, cocktail dove all’alcol si mescola droga, e ancora il volantinaggio di un associazione, tipo esercito della salvezza, che per mesi ha denunciato la circolazione in questo paese di 30mila abitanti e di cinquecentomila aficionados burloni, partite di droga troppo pura o tagliata male dagli effetti devastanti.
Una perla, certo, Lloret de Mar. Ma una perla velenosa, malefica che, se non sei strano, ti mette addosso solo quella strana voglia di andar via in fretta. C’è una discoteca ogni cento metri e costa poco divertirsi a Lloret. Persino il Casinò non alza il prezzo. Così gli itinerari del popolo della trasgressione fanno lo slalom tra il Caffè Latino e l’innocua locanda Galicia 2000, delizia dei palati golosi di pesce fresco a pochi spiccioli. E conducono anche ma non solo al Beach and Friends per l’aperitivo con le tapas. Il bar, dove Federica ha trascorso la prima parte della sua ultima sera nota. Il bar, per fighetti sì, ma niente di che, dove lavora come barman saltuario anche Victor il gordo, il ciccione, che ieri ha lasciato il suo Dna nelle mani degli inquirenti per chiamarsi fuori dalla vicenda oscura di Federica che peraltro aveva accompagnato quella notte in discoteca. Al Beach and Friends lavora anche Valentina, la schietta ragazza siciliana che ripete «Non so che cosa possa essere successo a Federica e se Victor possa essere coinvolto, l'unica cosa che so è che nella strada di Lloret in cui è scomparsa, all’alba gira gente molto brutta, ubriaca o sfatta». Eravamo rimasti alla disco, già. Quando la notte diventa notte. Sempre pochi spiccioli, visto che l’entrata in quasi tutti i locali costa dieci euro e garantisce tre consumazioni gratis ed emozioni forti. Come quelle che promette anche l’Hard Rock Café Yates, punto di riferimento dal 1972 dei bikers e non solo di quelli. Dove Federica e Stefania hanno trascorso la notte del 30 giugno per poi prendere strade differenti.
No, Lloret de Mar non è la Riccione spagnola come qualcuno sostiene. È invece un filotto imbarazzante di casermoni che chiamano hotel e di locali che si chiamano Dream o Hard. Non c’è nemmeno un viale Ceccarini ma, in compenso, ci sono tante strade senza uscita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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