Ragazzi in marcia nella «Stracarmelo»

Dal Santuario di Arenzano alla cappella di Bocca di Magra

Ragazzi in marcia nella «Stracarmelo»

Stracarmelo non lascia, raddoppia. È la battuta che circola al Convento di Sant'Anna, a Genova, cuore storico e spirituale dei Fratelli Scalzi dell'Ordine della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo che l'estate scorsa proposero ai giovani dai 18 ai 35 anni un pellegrinaggio a piedi dal Convento di Sant'Anna al Santuario del Monte Carmelo di Loano: una camminata nello Spirito lunga cento chilometri, sotto il sole del Ferragosto, con alcuni tratti in treno; giornate di amicizia e incontri condividendo anche la vita di preghiera dei giovani religiosi. Quest'anno Stracarmelo conta due appuntamenti: un campo giovani, per ragazzi e ragazze dai 18 ai 35 anni nelle missioni dei Frati Carmelitani in Centrafrica, iniziato il 23 marzo e che si concluderà il 15 aprile, comprendente la Pasqua con l'amministrazione dei Battesimi, che da quelle parti vengono celebrati solo in quell'occasione.
La seconda Stracarmelo, riservata ai ragazzi dai 18 ai 35 anni è un pellegrinaggio a piedi, con alcuni spostamenti in treno, dal Santuario di Gesù Bambino di Arenzano sino alla Cappella del Crocifisso di Bocca di Magra, in provincia di La Spezia. Inizierà domenica 1° luglio, e terminerà il venerdì successivo, 6 luglio. Per informazioni e iscrizioni è disponibile Padre Domenico Rossi, recapito telefonico 010/2770433, indirizzo email rossiocd@yahoo.it.
In Centrafrica i Carmelitani Scalzi operano dal 1971 e sono presenti a Baoro, Bouar Sant'Elia, Bossentelé, Bouar Yolé, Bozoum. Oltre alle attività parrocchiali e alla formazione di catechisti nelle città e nei villaggi, con i missionari Carmelitani sono nati Scuole Elementari, Medie e di Formazione Professionale, Asili Infantili, Dispensari, Centri di Promozione Femminile, allevamenti, attività agricole, associazioni di coltivatori di risaie, un Seminario Minore, uno studentato teologico con casa di noviziato che accoglie otto studenti centrafricani, tre rwandesi, un burundese, quattro novizi centrafricani. In questo contesto si inserisce la 1º Stracarmelo 2007, che ha i volti di Francesco, 24 anni, laureato in Farmacia, di Arenzano, con un passato di volontario in Croce Rossa. La sua pista africana si è aperta a Praga, dove ha incontrato Padre Anastasio, che gli ha parlato con entusiasmo di questa esperienza. Si è cimentato con il Sango (la lingua locale del Centrafrica, il francese è usato nelle relazioni internazionali) ed è partito.
Con lui sono partite Antonia, farmacista, genovese originaria di Caserta («Questo vaiggio risponde ad una domanda interiore che sentivo») e Fiammetta, geologa di Balestrino, in provincia di Savona, («Quando ero piccola mi immaginavo in missione in America Latina… Ho incontrato Padre Davide e ho deciso di intraprendere questo viaggio, col desiderio di donare qualcosa di mio. La proposta di Padre Davide risponde a una cosa che sento nel cuore da tanto tempo»).
Tra i progetti per il Centrafrica la realizzazione di un Orfanotrofio chiamato Arcobaleno in grado di accogliere duecento bambini e la realizzazione di un acquedotto. Padre Davide Sollami, 29 anni, Responsabile delle Missioni Carmelitane, studierà la possibilità di realizzarlo. Il proposito nasce da un'idea lanciata da Luigi, classe 1964, genovese originario di Pavia, desideroso di fare qualcosa per l'Africa. Ha incontrato in rete Padre Davide e anche Luigi, pur senza essere in Centrafrica, partecipa al pellegrinaggio africano: con un sistema di frequenze radio, Padre Davide invia un Diario di Viaggio che viene pubblicato sul suo blog agenore.blogs.it.
Abbiamo chiesto a Padre Davide, prima della partenza, da cosa nasce la Stracarmelo in versione Centrafricana?
«Nasce dal fare vedere, dal fare toccare con mano ai giovani la missione. Condividere ciò che vivono le persone che in missione ci sono ventiquattr'ore su ventiquattro, cioè i missionari e la popolazione locale. - spiega il giovane Padre Carmelitano - Cosa è l'Africa, lo abbiamo ben presente, ma soltanto dal video.

Andare a condividere, seppur per tre settimane, penso sia un'esperienza di vita che ci permette di fare della nostra vita un pellegrinaggio continuo non solo queste tre settimane. E penso che sia bello farlo quando si è giovani perché sul legno verde si modella bene, e penso che questa sia un'esperienza che uno si porta per la vita».

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