Rai, Garimberti: "Le notizie non hanno colore"

L'opposizione si scaglia contro il premier per il suo invito affinché la Rai smetta di attaccare il governo. Di Pietro: "Folle visionario". Franceschini: "Il premier teme la stampa libera". Bonaiuti: "A sinistra hanno nostalgia di TeleKabul"

Rai, Garimberti: "Le notizie non hanno colore"

Roma - Opposizione all'attacco. Pd e Idv si scagliano contro il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al termine del "consuntivo" per i primi 14 mesi di governo. Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, lo accusa di essere "un folle visionario", mentre Anna Finocchiaro, presidente del gruppo Pd al Senato, parla di "replica da avanspettacolo". Da viale Mazzini Paolo Garimberti, presidente del Cda Rai, tuona: "Le notizie non hanno colore, vanno date". Ma il sottosegretario alla Presidenza del Consigluio, Paolo Bonaiuti, ribatte: "E' un delitto auspicare che il servizio pubblico non attacchi pregiudizialmente nessuno, né maggioranza né opposizione? A sinistra sono nostalgici di Telekabul".

Garimberti: "Le notizie vanno date" "L’informazione del Servizio Pubblico non è, e non deve mai essere, né pro né contro alcuno ma ha l’obbligo di raccontare i fatti. Le notizie non hanno colore nè odore e vanno date tutte, sempre, ma tenendole accuratamente separate dalle opinioni". Garimberti replica al premier spiegando quale sia "il dovere del giornalismo, che sia Servizio Pubblico o privato ed è il suo patto fondante con i lettori e gli ascoltatori, tanto più se pagano il canone". "Tutto il resto - conclude Garimberti - è speculazione politica che, come Presidente della Rai, non mi interessa e non mi tocca". Sulla stessa linea anche Giorgio Merlo (Pd), vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai: "Il premier si deve rassegnare. Finché il servizio pubblico esiste nel nostro paese abbiamo un baluardo di libertà, di pluralismo e di informazione credibile". Poi spiega: "Se i Tg della Rai, tutti compresi, devono obbligatoriamente tessere l’elogio del governo e di chi sta in maggioranza, cessano le ragioni dell’esistenza stessa del servizio pubblico". E conclude: "Ora, senza santificare nessun Tg Rai, questo è il ruolo di un servizio pubblico che non si riduce ad essere un banale prolungamento delle reti Mediaset. Che ovviamente tessono le lodi del governo".

Cesa: "Un'Italia che non c'è" "Ancora una volta il presidente Berlusconi descrive un’Italia che non c’è, in cui va tutto benissimo e dove quello che va male si cerca di farlo scomparire dai telegiornali", dichiara il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa. "Piuttosto che parlare di crisi, di famiglie e imprese in difficoltà, Berlusconi preferisce mostrare sondaggi e attaccare la Rai, cantando vittoria su questioni ancora aperte come gli sbarchi,il sud, i terremotati in Abruzzo e Alitalia. Il premier - conclude Cesa - ci risparmi i suoi spot estivi e affronti i problemi reali del Paese".

L'attacco di Di Pietro "Berlusconi è un folle visionario e, come tutti i tiranni del passato, racconta un Paese che non c'è". L'ex pm commenta duramente le dichiarazioni rilasciate dal premier: "Mentre il Paese reale sprofonda in una crisi economica senza precedenti, dove i cittadini non arrivano alla fine del mese o restano senza lavoro, Berlusconi fa l'illusionista raccontando i fasti della sua corte di nani e ballerine". Quindi incalza: "Solo una faccia di bronzo come Berlusconi può pensare di mistificare così la realtà. Già controlla la quasi totalità dell’informazione privata, adesso ha messo le mani anche su quella pubblica. Rimane solo qualche isolato giornalista a criticare l’operato del Governo, rivendicando il ruolo di cane da guardia della democrazia". "Un ruolo che Berlusconi ignora - conclude Di Pietro - solo nelle peggiori dittature si pretende il silenzio dell’informazione e, purtroppo, noi siamo su quella strada: si è passati dall’isolamento di giornalisti liberi, come Biagi e Santoro, alla violenza psicologica. E sappiamo che per arrivare a quella fisica, come accaduto in Russia, il passo è breve".

Le accuse di Franceschini "Noi siamo di fronte a un uomo politico che sfugge impaurito il confronto con il Parlamento e con l’opposizione, che teme le critiche della stampa libera", commenta il segretario del Pd, Dario Franceschini, accusando il premier di "fare uno show mediatico, un lungo monologo senza contraddittorio in cui si autoassolve per la vita privata e si autocelebra per quella pubblica come il miglior capo del governo del mondo".

"E' inaccettabile, è insopportabile che proprio nel giorno in cui l’Istat parla di un calo del 6% del Pil - sottolinea il segretario del Pd - riesca a dire che tutto va meglio, che gli italiani sono tutti in vacanza e che non ci sono problemi. In autunno i nodi verranno al pettini e non basteranno le promesse e gli show televisivi".

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