Rappaport, madrina che teme i tacchi alti

L'emozione dell'attrice russa: mi trovo meglio in tuta, spero di non inciampare e non dimenticare le battute

Rappaport, madrina che teme i tacchi alti

Venezia - Di sicuro nonè più unaSconosciuta se la Mostra l'ha voluto come madrina per le serate d'apertura e di chiusura in Sala Grande. L'anno scorso toccò ad Ambra Angiolini, che se la cavò così così. Di sicuro andrà meglio a Ksenia Rappoport, attrice russa scoperta da Tornatore e oggi gettonatissima: nel frattempo ha girato L'uomo che ama con Favino e la Bellucci a Torino e Italians con Verdone a San Pietroburgo.

Alta, magra, diuna bellezza severa, la 34enne attrice è volata al Lido con la figlia adolescente. Ieri mattina all'alba hanno fatto il bagno nel mare di fronte al Des Bains, l'hotel di Mortea Venezia. Tutti la cercano, lei un po' si nega: è alle prese con le prove, in una lingua non sua, per una diretta tv che paralizzerebbe chiunque.«Temodi dimenticare le parole, di inciampare sui tacchi alti, persino di scordare il russo», dice. Indosserà un abito di Alberta Ferretti e gioielli di Chopard, nel frattempo si sente più a suo agio coi capelli raccolti, un paio di jeans neri su camiciola bianca accollata e sandali rossi. «Nonsaròunafemmefatale, preferirei presentare in tuta da ginnastica e tacchi bassi», scherza.

Il suo panico mette quasi tenerezza. Però, da interprete consumata, sa come farsi voler bene dagli italiani quando rivela che a BradPitt e George Clooney preferisce il nostro Celentano: «Sono cresciuta in Russia cantando le sue canzoni. Non capivo una parola, mami piacevano. Non vedo l'ora di cantargli Azzurro appena viene qui».

Se le chiedi del conflitto tra Russia e Georgia si fa seria, ma resta sul generico: «Abbiamo tanti modi per risolvere i conflitti, la diplomazia innanzitutto, le parole, l'arte, la musica, il cinema. Dobbiamo impegnarci a salvaguardare la pace ad ogni costo. La guerra è la cosa più stupida e orrenda che esista». Naturalmente «per noi stranieri Venezia è una favola, per gli attori rappresenta il cinema di qualità».

Quando Tornatore l'ingaggiò per La sconosciuta finse di sapere l'italiano, in realtà mandò tutto a memoria, conquistandosi il soprannome «la bugiarda». Ora se la cava.

A ottobre tornerà a Torino per girare un thriller psicologico, La doppia ora, ma intanto non può sbagliare il suo debutto veneziano. Chissà se Clooney e Pitt, ieri sera attrazione di un fastoso ricevimento di beneficenza per il Darfour ai Granai, l'aiuterannoa sconfiggere «la paura della prima».

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