Il rapporto degli italiani con le carte di credito Più 3,7% le transazioni

La crisi consiglia cautela e la prudenza pare impadronirsi anche dei titolari di carte di credito. Quelle attive, secondo l’ultima edizione dell’Osservatorio Assofin-Crif-Gfk sono diminuite lo scorso anno dello 0,7% e si è pure ridotto il tasso di attività che, rispetto al 2007, è sceso dal 47% al 39,5 per cento, sebbene il numero delle carte di credito e di debito in circolazione sia comunque aumentato. In altre parole, sei carte su dieci non sono mai uscite dal portafoglio.
Che gli italiani siano i più prudenti in Europa nell’uso della moneta di plastica lo dimostra l’incremento assai ridotto del valore medio delle transazioni con carta di credito, passato da un anno all’altro da 104 a 108 euro e la stabilità dell’importo medio dei pagamenti con Bancomat, rimasto nell’intorno dei 92 euro; e lo testimonia pure il tasso di sofferenza delle carte a saldo cresciuto di appena lo 0,6% (al 2,6%) e quello delle carte revolving aumentato in percentuale analoga (al 6,4%) nell’arco dell’ultimo semestre.
Sono valori che rassicurano sulla solidità del sistema bancario e finanziario nazionale, che resta al riparo dalla bolla delle carte di credito scoppiata negli Stati Uniti (ove molte famiglie rimaste senza lavoro non hanno potuto rifondere il debito) e da più parti paventata anche in Gran Bretagna.
Sia perché nel Paese il contante fa ancora la parte del leone, in un mercato dei pagamenti elettronici ancora piuttosto immaturo, sia per un’evidente inversione della tendenza che nel recente passato aveva visto estendere l’impiego delle carte di credito anche a fasce socio-economiche meno solide, mentre oggi si concentra di nuovo sui profili finanziariamente più forti.
Al contempo, l’effetto della congiuntura porta a razionalizzare l’impiego delle card e si riduce sotto al 20% la quota di chi ne possiede più di una. Nella classifica europea relativa all’uso della moneta di plastica l’Italia si colloca al diciassettesimo posto, con 1,25 carte a testa, ben al di sotto di Paesi come il Lussemburgo e la Gran Bretagna, che svetta con le sue 2,7 carte di pagamento per abitante. Se è vero che oltre il 56% dei titolari italiani ha un’età compresa fra 30 e 50 anni e solo il 13% è più giovane, restano comunque ampi i margini di sviluppo del mercato nostrano delle carte di credito, che l’anno scorso hanno fatto segnare oltre 522 milioni di transazioni, con un incremento del 3,7% sul 2007, per un totale di 56 miliardi di euro.
Quanto alle carte revolving, che consentono di rateizzare il rimborso delle somme dovute, le emissioni risultano in calo (-5,3% a fine 2008) e il rallentamento riguarda anche quelle in circolazione. All’interno della famiglia revolving, le carte opzione, che lasciano la scelta di ripianare il debito a rate oppure di rifonderlo in un’unica soluzione, si confermano le più usate, ritagliandosi il 64% delle transazioni totali. Stando ai dati di Bankitalia, accanto a circa 16,1 milioni di carte di credito attive (sui 37,6 milioni emesse fino a tutto il 2008), nei portafogli degli italiani si trovano oltre 38,8 milioni di carte di debito e 8,2 milioni di prepagate multiuso.

Ciononostante, il numero di pagamenti fatti con Pos e conteggiati per singolo terminale vede l’Italia all’ultimo posto a livello continentale: 677 operazioni contro le 4.811 dei francesi e le 6.561 effettuate dagli inglesi.

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