Mi si chiede perché mai esponenti anche autorevoli del centrodestra simpatizzino per Barack Obama. Non so dare una risposta che riguardi le preferenze di singole personalità, ognuna delle quale probabilmente ha motivazioni personali o psicologiche o anche politiche per questa scelta.
Ma posso dire più in generale che il candidato democratico americano è riuscito a suscitare tra gli americani e, ancor più, nell’opinione pubblica europea, un’accattivante ondata emotiva che ha investito i più svariati settori politici, sociali e culturali. E questo per un duplice ordine di ragioni. Innanzitutto perché la sua persona, grazie alla giovinezza, al linguaggio del corpo, alla comunicazione carismatica è divenuta il simbolo delle qualità - vigore, eleganza, freschezza, genuinità - che generalmente sono apprezzate nei leader e servono a consacrare un’attrazione che non limiti nelle scelte politiche razionali. E, in secondo luogo, perché il candidato democratico esprime, proprio grazie a queste sue qualità, la speranza di un’America che vuole rimettersi in cammino come guida della libertà e della democrazia nel mondo, nonostante la mancanza di successo che ha dovuto subire in questi anni nella guerra al terrorismo e il sopraggiungere di una crisi finanziaria ed economica di cui oggi patisce il mondo intero.
È probabile che la corrente di simpatia che ha riscosso Barack Obama in settori che normalmente dovrebbero essergli politicamente avversi, dipenda dal fatto che, molto più del suo avversario McCain, si identifica con un modello di America che sa rialzarsi dalle batoste che riceve,
che è orgogliosa della propria missione assegnata alla nazione che, certo, è assai attenta ai propri interessi materiali ma sa anche partecipare alle idealità a cui crede l’uomo occidentale. m.teodori@mclink.it- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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