Ratisbona, pedofilia: abusi sessuali nel coro Polemica in Germania

Il vescovo di Ratisbona scrive una lettera ai genitori in cui ammette gli abusi. Le violenze sarebbero state commesse tra il '58 e il '73 nel coro di ragazzi che è stato diretto anche dal fratello di Benedetto XVI

Ratisbona, pedofilia: 
abusi sessuali nel coro 
Polemica in Germania

Berlino - Una lettera ai genitori per ammettere le violenze su alcuni minori del coro di Ratisbona. A scriverla e pubblicarla sul proprio siti internet è stato lo stesso vescovo di Ratisbona ammettendo che si sta indagando su un presunto abuso sessuali commesso nell'ambiente del coro delle voci bianche di Ratisbona negli anni Sessanta. Dal 1964 al 1994 il coro è stato diretto da monsignor Georg Ratzinger, il fratello di papa Benedetto XVI che oggi ha detto alla radio bavarese Bayerischen Rundfunk di non essere a conoscenza di episodi del genere.

Gli abusi nel coro di Ratisbona Nella lettera inviata ai genitori dei ragazzi del coro di Ratisbona, il vescovo dice di "essere venuto a conoscenza di un caso di abusi sessuali (...) negli anni Cinquanta". "Il direttore del convitto dell’epoca, a quanto ci risulta, è stato condannato. Successivamente è morto", si legge ancora nel sito del vescovado. Il portavoce del vescovo Clemens Neck, ha dichiarato alla France Presse di "avere informazioni su presunti abusi commessi tra il 1958 e il 1973", sui quali "vogliamo si conduca un’inchiesta trasparente". Il fratello di papa Benedetto XVI, Georg Ratzinger (86 anni), è stato alla guida dello storico coro di Ratisbona, fondato nel 975, dal 1964 al 1993.

Le persone coinvolte I responsabili dei presunti abusi sarebbero due religiosi, ambedue morti nel 1984, che per questo sarebbero stati anche condannati a pene detentive. Uno è un ex insegnate di religione e vice direttore della scuola frequentata dai coristi che era stato rimosso nel 1958 dall’incarico. Anche l’altro religioso era stato per alcuni mesi direttore del collegio annesso al Ginnasio del coro del duomo di Ratisbona, prima di essere condannato nel 1971. La diocesi tedesca di Ratisbona indagherà, con una commissione ad hoc, sui presunti casi di abusi sessuali: "Vogliamo esaminare questa vicenda in modo trasparente".

Il coro E' forse il coro più antico del mondo. Nato nel 975, il Regensburger Domspatzen (I passeri della cattedrale) ha più di mille anni di storia e negli ultimi settanta è divenuto famoso in tutto il mondo i con le direzioni dei Domkapellmeistern Theobald Schrems (1924-1964) e Georg Ratzinger (1964-1994). Fu Schrems a dare la forma attuale al coro, strutturato come una scuola per ragazzi maschi dai 10 ai 19 anni, con diversi livelli di grado e apprendimento, non solo musicale. Dal 1994 Domkapellmeister è Roland Buechner, il primo laico a guidare il coro, che si è esibito in passato anche di fronte alla Regina Elisabetta e a papa Giovanni Paolo. Nel 2006 il coro si esibì in Vaticano per Benedetto XVI.

I vescovi austriaci Verità e giustizia sugli abusi sessuali, perché spesso "i colpevoli sono stati protetti più delle vittime". Lo chiedono i vescovi austriaci. La denuncia è della Conferenza episcopale austriaca, in contemporanea con l’esplodere di nuovi casi di pedofilia in Germania. "Le ferite causate dall’abuso sessuale - si afferma nella dichiarazione finale dell’assemblea plenaria dei vescovi - sono particolarmente gravi laddove esista un forte rapporto di fiducia: nella famiglia e nella Chiesa".

Da Ettal a Ratisbona e da Sydney a Dublino: non c’è confine per gli scandali di pedofilia e abusi di vario genere su minori che vanno emergendo all’interno della Chiesa da qualche anno a questa parte, spiragli su orrori che Benedetto XVI ha detto con chiarezza di non voler nascondere, ma punire, risanare, prevenire. Con rigore, e senza infingimenti, come dimostrato anche di recente nell’affrontare l’eclatante caso irlandese, sul quale si attende l’annunciata lettera pastorale. In Germania, l’ombra degli abusi scivola verso Ratisbona dopo aver coperto il monastero benedettino di Ettal, in Baviera, regione natale di papa Ratzinger nel sud del Paese. In pochi giorni c’è stata una perquisizione, si è dimesso prima un abate e poi un priore. Oggi un frate dello stesso convento è stato sospeso per avere pubblicato su siti Internet per omosessuali immagini di ex studenti seminudi. Un altro focolaio è stato scoperto in Sassonia, in un altro monastero benedettino, a Wechselburg, dove tre monaci, che avevano in precedenza insegnato a Ettal, sono stati allontanati con effetto immediato. Uno di loro ha ammesso di aver abusato di un minore e di esserne oggi pentito. E il sospetto ha toccato anche il prestigioso collegio gesuita Canisius di Berlino. Anche in Canada, in Australia e negli Stati Uniti la pedofilia negli istituti religiosi ha esteso nel tempo i suoi tentacoli, anche per l’ abitudine, un tempo diffusa, di reagire allo scandalo con semplici trasferimenti da un luogo all’altro, dove i colpevoli erano liberi di trovare nuove prede. Storie raccapriccianti che nel caso Irlanda hanno forse avuto il loro culmine, grazie ad un intenso lavoro d’indagine che ha inchiodato i responsabili e messo in luce oltre mezzo secolo di abusi, non solo sessuali, ma estesi anche a luoghi insospettabili come l’Olanda, tra gli ultimi ad essere rivelato. Un caso isolato, ma protratto per almeno due decenni.

Casi, tutti, che con la linea Ratzinger rischiano ora di finire nei tribunali di mezzo mondo e non più messi a tacere, con conseguenze, economiche ma non solo, che non mancheranno di influenzare il futuro della Chiesa.  

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