Milano - Fiducioso del futuro dell'azienda, Diego Della Valle vorrebbe tentare la scalata a Rcs. Ma solo se fosse "libero di scegliere", precisa in un'intervista a Gad Lerner. Secondo l'imprenditore, il gruppo, editore anche del Corriere della Sera, ha "un grande futuro e le nuove tecnologie sono alle porte". Della Valle è membro del patto di sindacato del gruppo editoriale e consigliere di amministrazione di Rcs Mediagroup e crede nell'azienda: "E' ben condotta, comincia a essere razionalizzata in modo intelligente" ha detto a Lerner.
"In azienda contano solo i risultati" Se gestisse il Corriere in prima persona, Della Valle si comporterebbe come nelle sue aziende dove quello che conta è il risultato finale. L'imprenditore sceglierebbe quindi "un manager e un direttore che hanno la mia fiducia e le capacità per guidare l’azienda, poi fanno che quello che vogliono, salvo essere verificati sui risultati". Nessuna critica a De Bortoli, che come Mieli, ha "la personalità che gli permette di essere indipendenti e la scorza necessaria per non avere paura di niente. Gestivano forse con un tocco diverso, ma nei risultati finali io non ho visto grandi differenze".
L'attacco a Geronzi Che Della Valle voglia lanciare un messaggio e spezzare gli equilibri nel patto di sindacato si era ipotizzato già un paio di settimane fa, quando l'imprenditore definì Giovanni Bazoli, presidente di Intesa, e Cesare Geronzi, presidente di Generali, "vecchietti arzilli". Oggi Della Valle dice che Geronzi è "il grande vecchio che conta troppo" in Rcs e ne prende le distanze. "Il suo atteggiamento non rispecchia il mio modo di pensare e vedere le cose, ognuno ha le proprie idee, dopodichè ritengo che dobbiamo guardare avanti.
Il mondo è cambiato, i manager vogliono fare il proprio lavoro senza nessun capo ufficio stampa che metta i piedi sul tavolo pensando di spiegargli come devono fare. I capi ufficio stampa che ho chiamatoall’amatriciana, non a caso ...". Il riferimento in questo caso è al portavoce di Geronzi, Luigi Vianello.
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