Non cè pace a Madrid, non cè tranquillità nella società calcistica più famosa del mondo. La grave crisi che da qualche mese ha preso le merengues ha trovato ieri sera una conclusione choc: le dimissioni del presidente Florentino Perez, luomo che nel 2000 aveva assunto la guida della società conquistando in questi anni 2 titoli della Liga, la Champions e lIntercontinentale nel 2002. Ma quella che era sembrata una irresistibile armata, con larrivo di Ronaldo, Owen, Beckham, Robinho, buon ultimi lex giallorosso Cassano e il brasiliano Cicinho, si è trasformata in questi mesi in una squadra senza testa né coda. Perfino Arrigo Sacchi, arrivato a inizio 2005 a Madrid come il salvatore della patria, ha alzato bandiera bianca 12 mesi dopo, andandosene impotente di fronte alle difficoltà. La sconfitta di domenica scorsa, 2-1 a Maiorca, contro lex squadra di Hector Cuper, è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, insieme al malumore di Ronaldo che se ne vuole andare via.
Perez ha convocato ieri sera la giunta direttiva del club e, davanti ai consiglieri attoniti, ha presentato dimissioni irrevocabili. «La mia è stata una decisione meditata, un esercizio di coerenza che mi auguro possa servire a dare impulso al club», le parole di Perez al termine, pronunciate con un nodo alla gola, come se avesse dovuto lasciare la cosa più cara che aveva al mondo. E pensare che di successi ne ha ottenuti, ma evidentemente la crisi di risultati in Liga (con lo strapotere del Barcellona) e in Champions (la sconfitta al Bernabeu con lArsenal non è stata digerita) ha pesato in modo maggiore.
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