La "realpolitik" di Blatter, a casa gli amici di Platini

Nella sporca cinquina degli arbitri, rispediti in fretta e furia a casa, figurano il maliano Coulibaly, l’uruguaiano Larrionda e tre europei, lo svizzero Busacca, il francese Lannoy e il nostro Rosetti

La "realpolitik" di Blatter, a casa gli amici di Platini

Nella sporca cinquina degli arbitri, rispediti in fretta e furia a casa, figurano il maliano Coulibaly, l’uruguaiano Larrionda e tre europei, lo svizzero Busacca, il francese Lannoy e il nostro Rosetti. In calce la firma dello spagnolo Garçia Aranda, presidente della commissione fischietti e sbandieratori, che ha dato forma alle indicazioni del vendicativo Joseph Blatter. Il vecchietto terribile del calcio mondiale ha punito i direttori che più di altri hanno commesso errori clamorosi (vedi tabella). In particolare s’è tolto lo sfizio di far fuori l’elvetico Busacca ritenuto troppo vicino a Platini, specialmente dopo aver applaudito ai giudici di porta.
Davvero curiosa la real-politik di quest’ometto che, dopo aver boicottato per anni la moviola, si affida alle immagini televisive per far fuori gli arbitri più scomodi e apre timidamente le porte di casa alla tecnologia. Non può fare altrimenti, se vuole sopravvivere a se stesso e ai ruffiani che lo eleggeranno per un altro mandato. Contro di lui s’è aperto un fronte vastissimo con capisaldi in Italia e Inghilterra. È un momento storico. Ma non crediate che si arriverà in breve alla moviola in campo, al massimo il monarca della Fifa accetterà l’invasione di qualche marchingegno per capire se un dannato pallone ha superato del tutto la linea di porta. Obtorto collo.
I suoi scagnozzi continuano a regalare idiozie, del tipo che l’uso delle immagini televisive interrompe il gioco e costa troppo. Ma il gioco è rimasto fermo per oltre due minuti dopo il gol in fuorigioco di Tevez in Argentina-Messico e il rigore assegnato al Paraguay contro il Sudafrica. In una trentina di secondi l’instant-replay avrebbe fatto chiarezza e giustizia. Quella giustizia che non sta a cuore di molti nel bunker della Fifa. Quanto ai costi, si tratterebbe di far luce nelle competizioni maggiori. Nel rugby la moviola funziona solo in Coppa del Mondo, nel Sei Nazioni e in poche altre partite internazionali. Nel tennis la miriade di giudici di linea c’è solo nei grandi tornei, mica nelle competizioni regionali. E, a Wimbledon, l’occhio di falco non è presente in tutti i campi: nessuno protesta.
Dei cinque arbitri bocciati, quattro hanno pagato le colpe degli assistenti: Larrionda per il gol fantasma, Rosetti e Busacca per i fuorigioco non visti, Lennoy per la mancata segnalazione del doppio mani di Fabiano. Solo il maliano Coulibaly ha sbagliato di suo. Ma è giusto così. È ora che i fischietti la finiscano di trincerarsi dietro i collaboratori. Tutti promossi o tutti bocciati. D’Agostini faceva così al tempo in cui era designatore. L’elenco dei reietti comprende altri cinque arbitri che però hanno svolto solo il ruolo di quarto uomo. Tanto valeva lasciarli a casa.

A cominciare dallo svedese Hansson diventato famoso per non aver visto il doppio mani di Henry nel decisivo incontro di qualificazione Francia-Irlanda del Nord. È rimasto invece l’inglese Webb, candidato alla finale, nonostante abbia convalidato la rete in fuorigioco che ha permesso alla Svizzera di battere la Spagna. Figli e figliastri, come piace a Blatter.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica